Il volume curato da Ilaria Cansella e Francesco Cecchetti è la presentazione di una ricerca pluriennale che gli stessi hanno condotto per l’Istituto storico grossetano della Resistenza e dell’età contemporanea col supporto del Ministerio de la Presidencia del governo spagnolo nel quadro dei progetti per il recupero della memoria delle vittime del franchismo. Un progetto avviato nel 2007, la cui complessità e ampio ed ambizioso respiro si rispecchia a pieno nel volume. Dalle pagine, infatti, traspare immediatamente la mole di lavoro di scavo archivistico, di catalogazione delle fonti e di schedatura che è alla base dell’analisi più propriamente storiografica che su tale materiale si basa. Questo lavoro meticoloso ha condotto a stilare 408 schede biografiche di altrettanti volontari antifascisti toscani arruolatisi a difesa della Repubblica spagnola dopo l’alzamiento del Generale Franco – schede raccolte nel Dvd allegato al volume.La prima peculiarità del lavoro è dunque proprio il difficile compito di recuperare le informazioni sulla base di fonti spesso lacunose e ancor più spesso difformi e distorte – come non manca di segnalare nel suo saggio Luciana Rocchi, che avverte dei rischi di usi poco rigorosi di fonti che risentono di una memoria dell’evento ancora molto conflittuale e strumentalizzata. Archivi toscani, italiani, francesi, spagnoli, una serie di interviste, una produzione bibliografica tanto sterminata quanto spesso polarizzata sono stati passati al vaglio degli studiosi per dare un’immagine meno stereotipica e mitizzata di quei volontari. Il che conduce alla seconda peculiarità di questo lavoro: la schedatura non si limita alle vicende biografiche degli anni della guerra, ma segue i volontari in tutto il loro percorso esperienziale – ricostruendone le vicende delle rispettive famiglie, gli orientamenti culturali, le traiettorie professionali da molto prima della decisione di partire e seguendone le peripezie sino a molto dopo la ritirata dal suolo ispanico. Una peculiarità che consente agli autori di far emergere degli spunti analitici interessanti che ridimensionano molti “luoghi comuni” tanto sulle motivazioni che indussero gli internazionali a partire per il fronte quanto sulla composizione socioprofessionale e ideologica di quei battaglioni. La terza peculiarità è perciò la scelta di mettere al centro della storia degli “individui”, considerati la via da percorrere per attualizzare la storiografia sulla guerra di Spagna e la tradizione antifascista ad essa spesso legata.
Una vastissima bibliografia e molta cautela nell’uso delle fonti consentono ai vari saggi di evitare i facili schematismi cui una vicenda dalla fortissima carica simbolica come la Guerra Civile ha dato luogo e di cui però è stata anche vittima. L’accuratezza è dunque una virtù dei saggi contenuti nel volume, che, proprio sulla base di un’analisi critica ragionata e strutturata (vedasi in primo luogo il contributo di Enrico Acciai), fanno luce sul distorto “uso pubblico” della memoria della Guerra.
Pur basandosi su un lavoro compilativo e statistico ingente, presentato nei dettagli nei contributi di Cansella e Cecchetti, il libro non diventa una mera enunciazione di dati ma anzi appassiona il lettore guidandolo attraverso le parole e le testimonianze di quegli stessi individui i cui tracciati personali – non si manca di segnalare – non possono essere ricondotti ad un’unità statistica. Proprio da quei percorsi biografici emerge lo spessore dell’esperienza di quegli uomini e assumono valore le reti di conoscenze e di parentele lungo le quali si sono articolate le esperienze della violenza politica, dell’emigrazione, dell’esilio, della militanza, delle scelte ideologiche e della permeazione delle declinazioni dell’antifascismo, della guerra guerreggiata e del ritorno al privato.
Il lettore non può non rimanere affascinato da questi racconti di vita privata e collettiva, da vicende che sembrano latrici di un monito all’entusiasmo. Ma al tempo stesso, non può non rimanere affascinato anche dall’entusiasmo degli autori, giovani ricercatori la cui passione per la propria disciplina traspare chiaramente dalla presentazione di anni di sforzi analitici. Un bel volume, che può appassionare tanto l’addetto ai lavori quanto chi di quelle vicende non aveva mai sentito parlare. La chiarezza nell’esposizione, la ricostruzione degli eventi, la discesa per cerchi concentrici verso la scala locale – che a sua volta è il focus indispensabile per smitizzare immagini costruitesi nei decenni su scala internazionale – sono altrettanti intelligenti meccanismi per rendere questa ricerca non solo utile nel settore ma anche divulgabile fuori di esso.
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Michelangela Di Giacomo
Dottore di Ricerca all’Università di Siena, borsista presso l’Institut d’Estudis Catalans di Barcellona. Lavora sulle relazioni tra migrazioni interne, movimento operaio e trasformazioni urbane tra Torino e Barcellona negli anni ’60. Vincitrice del premio della Presidenza della Repubblica/Fondazione Spadolini per la tesi di Dottorato nel 2012 e di quello del Senato della Repubblica per la tesi di Laurea del 2009. Ha pubblicato saggi in “Storiografia” (2009), “Studi Storici” (2010), “Memoria e Ricerca”(2012), “Dimensioni e Problemi della ricerca Storica” (2012). Ha collaborato ad una ricerca sui partiti della sinistra europea per la Sciences Po University Press (Bruxelles, 2011). È appena uscita la sua monografia Da Porta Nuova a Corso Traiano. Movimento operaio e immigrazione meridionale a Torino, 1955-1969, Bononia University Press, 2013
“Isgrec, Quaderni”, n. 02
Edizioni Effigi, Arcidosso (GR)
2012
Brossura
214
www.officinadellastoria.info