“unastoria” è la storia del fumetto che vira verso nuovi orizzonti. E’ la storia di un linguaggio interrogato su cosa e su come può raccontare. E’ la storia di un autore che torna ad occuparsi di fumetti dopo anni, superando un blocco, una crisi esistenziale, lasciandosi alle spalle una (vecchia) vita, riversando il tutto nella centrifuga della febbre creativa ritornata come un’onda anomala.
E’ la storia di Silvano Landi, alter ego delineato senza troppi connotati, protagonista sfocato che per molti versi vive delle esperienze del suo autore (cinquantenne scrittore preda di un esaurimento nervoso), per altri sembra personificarne paure e desideri e per altri ancora è (pre)disposto a riflettere le proiezioni del lettore. “una storia” è la storia di una crisi, il cui parossismo introduce il libro, il caos da tema diventa ritmo, struttura. Forma e contenuto si intrecciano, l’immagine è visione, il testo è irrazionale dialogo interiore con una figura che scopriremo poi essere il bisnonno. Gli psichiatri somministrano farmaci senza cavarne rimedio, quindi aumentano le dosi in modo ottuso e scientifico. Silvano non ricorda, non ha risposte. Disegna ossessivamente un albero e una stazione di servizio, Gipi pure. Personaggio ed autore fanno uno da cassa di risonanza all’altro. “unastoria” è il mare che unisce le terre che separa.
Il fumetto prosegue e diventa la storia di Mauro Landi, il bisnonno che vive il dramma della guerra, in trincea. Scrive accorate lettere d’amore alla moglie. “unastoria” è la storia di come la modernità (l’invenzione della mitraglia) abbia reso la guerra (se possibile) ancora più aberrante. E’ la storia di una amicizia custodita e poi sacrificata, di una famiglia che si ritrova e di una che si perde, di un amore enorme e di uno che si spegne, di una lontana discendenza che si risalda e di una vicina che si slabbra, di una sorta di “karma familiare” che presenta il conto.
“unastoria” è la storia del tempo che passa relativizzandosi fra risposte complesse a domande semplici e viceversa. La stazione di servizio è il luogo dove tutto andò (andrà) in pezzi, l’albero è la natura che richiamò (richiamerà) l’istinto di sopravvivenza. Dentro “unastoria”, come in una stazione di servizio, convergono tante storie che, come i rami di un albero, arricchiscono con le loro trame il tronco principale. Gipi riesce laddove altri (tutti?) falliscono, con scioltezza va oltre, molto oltre, con la naturalezza di chi non può fare altro.
Maschera nera
Fumetti - Fumetti
Coconino Press
2013
brossura
126
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