Maestri indiscussi del fumetto d’autore, argentini di nascita ma pilastri portanti della scena italiana a partire dalla metà dei settanta, Muñoz e Sampayo hanno contribuito a determinare le sorti del fumetto contemporaneo. Alack Sinner è il loro personaggio più famoso, attraverso le sue vicende i due non esprimono solo creatività ma argomenti etico-politici, dettano uno stile grafico-narrativo, esplicitano influenze ed ispirazioni. Nicaragua, storia composta da 5 episodi, è fra le poche “narrazioni” sulla Rivoluzione Nicaraguense che si conoscono. A partire da un realistico sfondo, ciò che la coppia di autori sudamericani erano soliti definire “intorno tematico” e cioè: 1984, al seguito delle libere elezioni che hanno visto il trionfo sandinista e il conseguente e ulteriore raffreddamento dei rapporti con gli USA, Alack Sinner si ritrova ad investigare per conto di una delegazione nicaraguense. Le dinamiche storiche si intrecciano con quelle personali di Sinner, la realtà con l’invenzione, il Nicaragua e la figlia Cheryl sono gli estremi dentro i quali gli autori muovono un personaggio che non ha moventi ideologici e pensa con la propria testa. Come a indicare una chiave di lettura Muñoz e Sampayo si ritraggono nelle prime 4 tavole che passeggiano per poi incrociarsi con il loro personaggio. Un teatro di burattini perfettamente rappresentato permette di capire in chiave allegorico-satirica buona parte delle complesse dinamiche storiche che hanno generato lo stato dell’arte a metà degli anni ottanta in una nazione di 3 milioni di persone che tenne la testa alta di fronte al colosso nordamericano. “Who Killed Francesca?” Scrivono su una metropolitana Muñoz e Sampayo riferendosi all’omicidio della storica dell’arte bolognese Francesca Alinovi avvenuto nel 1983.
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