Nel Novembre 1984 per un numero di Alter Alter dedicato alla “Cravatta”, Andrea Pazienza realizza una storia a colori di 4 tavole. Una delle tante senza titolo o col titolo ambiguo. Una di quelle che sembrano realizzate in “trans” o semplicemente senza pensarci troppo. Pazienza è il migliore per una lunga serie di ragioni, fra le quali la capacità di improvvisazione. Dato il tema della cravatta la questione è dargli un segno, uno sfondo, un personaggio e poi assecondare una associazione o una intuizione. In pieni anni 80 chi avrebbe potuto indossare una cravatta meglio di Massimo Zanardi?
La cravatta diventa fin dalla prima tavola un oggetto magnetico, gialla e svolazzante al centro di un delirio. Pazienza con poche frasi ci introduce al centro di una storia che nel frattempo è già finita. Ma non manca nulla. Anzi è densa come poche. 4 tavole, 4 frasi, 4 tonnellate di fumetto. E’ chiaro che tutto ciò è possibile perché Zanna è molto di più di un personaggio, è il caglio di una decade. Un suo gesto è il condensato di un discorso puntuale, dalle valenze poetiche e analitiche al contempo. Una sua posa è il succo concentrato della crema di una generazione. Messa la cravatta Zanardi esce di scena, diventa essenza estetica (“brillando di assenza nel disegno di Pazienza”) e se la ride mentre il mondo finisce per spaccarsi fra chi lo imita e chi no. E Fra calze annodate cravattazze e defi si conclude il destino della terza serata.
Fandango Libri e Giovanni Ferrara (curatore) con il loro lavoro dimostrano che Pazienza e Zanardi rappresentano la nostra storia e la nostra attualità, sempre più al centro del dibattito e della scena culturale molto aldilà di questioni di genere o di linguaggio.
Fumetti - Fumetti
Fandango Libri
2008
brossura
120
http://pjrbfumonegliocchi.tumblr.com/