Dai meandri della memoria di un paesino dell’Alto Adige emergono i ricordi di un triplice orrendo omicidio, capace di scavare nell’animo di tutti gli abitanti di Siebenoch, questo il nome del paesino. Un orrore vero, angosciante, determinato dal respiro orrendo della bestia, che tiene avvinghiata la comunità suddetta.
Tra donne alcolizzate, suicidi rivelati anni dopo e fatti passare per incidenti, dopo trenta anni vaga, come un’anima in pena, il protagonista, ossessionato dal desiderio pernicioso di riportare a galla una storia ed una verità orride. In un ambiente glaciale ed ostile, quasi sempre ben descritto, capace di respingerlo violentemente in continuazione, il protagonista-scrittore avanza incerto, febbricitante, alla ricerca di una spiegazione che potrebbe essere per lui mortale.
Cosicché, sogni, pesanti come piombo, diventano incubi affilati come artigli che si mescolano alla realtà ed ai racconti di quei pochi che vogliono ricordare ed hanno l’ardire di farlo.
Ed inizia la discesa nell’abisso. E da qui ci si immerge in un magma nero come pece, che talora somiglia agli spettri raggelanti descritti da Stephen King nel leggendario “ IT”.
Libro primo di un esordiente, vuole per forza stupire. Ma mette troppa carne al fuoco e soffre di ipertrofia.
Si legge di corsa, questo sì, ma la logica delle cose spesso sta da un’altra parte e lo dimostra il debordante finale.
Davvero il male non ha limiti, questo libro, sì. Ma concediamogli almeno DUE STELLE E MEZZO.
Stile Libero Big
Giallo
Einaudi
2016
449