Dopo lo splendido e pluripremiato Blankets, Craig Thompson lavora per ben 7 anni prima di consegnare alle stampe il suo nuovo lavoro. Habibi, pubblicato in Italia da Rizzoli Lizard nel 2011, con 670 pagine è il più lungo graphic novel di sempre e probabilmente fra le più ambiziose narrazioni contemporanee.
Un’epopea che racconta una storia d’amore totale e complessa, quasi impossibile. Dodola e Zam sono due destini uniti dalla comune condizione di schiavitù, il loro amore inizialmente somiglia a quello tra madre e figlio, poi a quello fra sorella e fratello per poi diventare un amore fra una donna e un uomo. La cattiveria del mondo li ha uniti e poi divisi. Prima che i due si ritrovino nuovamente, l’autore ci porta a spasso dentro la cultura islamica, fra sultani e odalische, leggende e calligrafia araba, testi sacri, oppio, Harem, palazzi e mercati d’oriente. Un percorso colto e appassionante, divertente ma anche molto crudo. Dodola e Zam troveranno rifugio uno nell’altra dopo aver rimarginato le proprie ferite e dopo aver superato numerosi ostacoli.
I temi della religione (e delle religioni comparate), della spiritualità, del senso del sacro e della sessualità già trattati in Blankets, in Habibi acquistano profondità e prospettive maggiori, più consapevoli. Con un omaggio persistente a “le mille e una notte”, con una ricorrente allusione a problemi contemporanei come l’inquinamento e la mancanza d’acqua potabile, Habibi è un viaggio dentro un mondo senza tempo e senza geografia. Perdiamo presto la bussola dentro una storia costruita a sbalzi temporali e che proprio per la sua lunghezza permette un ritmo di lettura molto personale che si espande e si contrae al procedere del cammino. Un capolavoro assoluto, che racconta l’amore (e non solo) come non era mai stato fatto prima proiettando Thompson nella ristretta cerchia dei migliori autori contemporanei.
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Fumetti - Fumetti
Rizzoli Lizard
2011
672
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