40 anni fa con il supporto del fidato Jerry Jhul, Jim Henson scrive Tale of sand. Sceneggiatura assurda ambiziosa surreale certamente rivoluzionaria, rimane in un cassetto perché nessun produttore è abbastanza coraggioso da farne un film. Dopo esser stata ritrovata nell’archivio della Jim Henson Company una illuminata iniziativa ne ha fatto un graphic novel. Mac (il protagonista) è stato messo in mezzo, è in pericolo, scappa ma non sa da chi ne perché è inseguito e la sua concitata fuga determina il ritmo del testo (o viceversa?). Mac è la lepre in un grottesco gioco di caccia all’uomo, corre in un deserto dove non ci sono regole etiche ne logiche, dove la fisica la fantasia e l’impossibile sono fuse insieme. Si stupisce Mac, non sembra abituato all’assurdo, il suo grado di (in)consapevolezza è simile al nostro, i suoi interrogativi sono quelli del lettore. Sembrerebbe uno psycho triller o un western lisergico, una commedia surrealista o una parodia dei generi cinematografici con vaghe ma puntuali digressioni metalinguistiche. I livelli si confondono, cosa o chi viene raccontato? Cosa è reale nella finzione? Chi scappa da chi? La metafora (se c’è) è del reale o della finzione? La sospensione dell’incredulità è più marcata in noi o in Mac? Esperimento in doppio cieco? Reality ante litteram?. E’ un piacere scrivere di un capolavoro di questa portata, ho almeno 5 ipotesi interpretative tutte giuste e quindi tutte sbagliate, ma è ormai evidente che il punto non è l’esegesi ma l’esperienza stessa. Deve aver pensato una cosa simile anche l’autore dei disegni Ramon Perez che con la sapienza di chi ha capito la lezione di Will Eisner, riesce a restituirci una visione del testo molto potente, fornisce una lettura grafica molto personale e quindi perfetta che spesso finisce per essere sinestetica proprio a partire (ma non solo) dall’evocazione di quel sonoro evidentemente sacrificato sull’altare del linguaggio.
9L
Fumetti - Fumetti
Panini Comics
2013
152
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