Diploma maturità classica – Laurea in Giurisprudenza in 3 sessioni e mezza – Pratica legale – Pallavolista di successo – Manager bancario e finanziario – Critico musicale dal 1977 – 6 mesi esperienza radio settore rock inglese ed americano – Studi continuativi di criminologia ed antropologia criminale – Lettore instancabile – Amante della letteratura noir e “gialla “ – Spietato con gli insignificanti. Fabio è venuto a mancare nel maggio del 2017. Ma noi abbiamo in archivio molte sue recensioni inedite che abbiamo deciso di pubblicare perché sono davvero parte della storia della critica musicale italiana

Pansa si cimenta con un libro particolarissimo. Dedicato alle persone della cosidetta “terza età “, che stanno diventando una sorta di maggioranza, neppure tanto silenziosa. Infatti, vogliono avere libero accesso a tutto quanto fanno le persone più giovani all’anagrafe, senza alcun tipo di preclusione. Il libro è piacevole, anche se leggermente ripetitivo negli scenari descritti, sia che la narrazione sia affidata a Mario, settantotto anni ed ex giornalista, sia che sia affidata ad Elena, sessantotto e senza figli. Pansa scrive bene e questa non è una novità. Si ripercorre un lungo tratto della giovinezza dei due protagonisti, attraverso storie, anche le più tristi e bislacche, che evidenziano molto spesso come arzilli settantenni siano riusciti a concupire sirene molto più giovani di loro. Questi due signori del libro, vivono assieme, si raccontano reciprocamente tutte le storie che hanno vissuto in diretta personalmente ma pure quelle che sono state loro raccontate da parenti, amici, conoscenti in una sorte di zibaldone italico da spellarsi le mani. Si va dalla fine del 19° secolo ai giorni nostri, attraverso racconti del periodo delle due guerre e dell’ultimo dopoguerra, in particolare, con le sue pagine anche scellerate. Gli anziani ne escono fuori con grande forza e dignità. La vecchiaia normalmente impaurisce, perché anticipa il momento del distacco dalle cose terrene “andando negli altri calzoni”, come era solito dire mio nonno. Solitudine, paura di restare da soli e di ammalarsi, il terrore di essere rapinati, persino dalla PROPRIA BANCA e l’eterno mistero delle relazioni tra maschi e femmine, qui raccontato con particolari di costume, prima che sessuali, che ci confermano la grandezza della scrittura dell’autore. La rivoluzione del Viagra merita di essere gustata, nel libro, in modo divertito, com’è capitato a me. Le donne, invece, si stirano, si tirano, si riempiono, si gonfiano, ammiccano come trentenni, pur di non lasciare il passo alla rassegnazione degli anni. E lo si comprende bene. L’unico dato di fatto oggettivo è che, nell’età dell’euro e dei computer di eterna connessione, anche i vecchi stanno diventando più poveri e questa provvidenziale coperta nelle famiglie in essere fino ad oggi si sfilaccerà definitivamente. Libro divertente, senza peli sulla lingua nel raccontare pure i particolari della “sessualità anziana”, tutto quanto perché gli anziani non si rassegnano ad essere sconfitti.TRE STELLE.

Vecchi, folli e ribelli Book Cover Vecchi, folli e ribelli
Gianpaolo Pansa
Saggistica
Rizzoli
2017
308