Si è parlato tantissimo su tutti i maggiori quotidiani di questo libro. La storia che vi si narra è quanto meno singolare. Il protagonista Martino Bux, di origine albanese, è un diciottenne che vive con la testa esclusivamente in una cosa: la pornografia. Dichiarato onanista erotomane, durante il servizio di leva, scopre che il mondo delle pornodive e di tutto quanto le circonda è clamorosamente a portata di mano. Comincia ad andare coi colleghi nei cinema porno e sfoga manualmente le sue ossessioni. Si impadronisce di una serie di recapiti di locali dove il porno viene esercitato in carne ed ossa. Molla l’università per questa strada del vizio, neppure concretamente esercitato, ma solo nella testa. Il tutto è ambientato a Roma e la descrizione dei locali sordidi, maleodoranti e carichi di testosterone inespresso per lo più, dà quasi la nausea. C’è da dire che l’autore riesce ad essere “lieve” in certe descrizioni, altrimenti ci si troverebbe dinanzi ad una galleria dell’osceno. Il fascino del proibito di gambe, cosce, seni, vulve, sederi e tutto ciò che le riveste porta Martino a perdere completamente il rapporto con la sua ragazza, Fabiana, alla quale chiede frontalmente di accompagnarlo in un cinema porno e lei si rifiuta. Lei studia per diventare dottore, ma il suo camice bianco diventa un’altra ossessione porno per il protagonista. Ma non è solo lei a sparire dalla sua vita. Tutte le donne reali ed in carne ed ossa vanno gradualmente ad evaporare, sostituite da questi “feticci” del porno. In tutte le donne e ragazze che va ad incontrare vede la somiglianza con le maggiori e più famose attrici porno, da Jessica Rizzo a Moana, da Cicciolina a Karin Schubert, da Selen a Barbarella e via a scendere. Va a lavorare in posti dove comanda il livello di libertinaggio più assoluto ed entra in contatto con truci personaggi che lo fagocitano e gli fanno fare di tutto, senza soddisfare il bisogno primario di accoppiarsi con qualche sua eroina.
Immagina le cose più assurde, attraversa più di un trentennio di storia del porno, fino a Rocco Siffredi. Si intrufola in sozzi locali porno, con tanto di separè per il sesso manuale veloce, internet ed i club privè, fino ad arrivare ai giorni nostri. Essendo alquanto bruttino, non ha successo neppure con ex-dive porno andate in pensione che cerca disperatamente di circuire per fantasticarci su. Un vero disastro! Un po’ soldato del porno, un po’ folle, un po’ anche Fantozzi, finisce i suoi giorni, com’era iniziata la storia, come esclusivo guardone, senza toccare alcunché. L’autore dimostra una buona capacità descrittiva, volutamente, forse, trascura i particolari più abietti, mantiene abbastanza la barra del racconto, non sempre con la stessa lucidità. La finestra impietosa che apre sui desideri inconfessabili e le debolezze del maschio meritava sicuramente, in corso di narrazione, una serie di maggiori approfondimenti e riflessioni e proprio per questa carenza perde almeno una stellina. DUE STELLE. Ed a casa tutti questi “manovratori sotto l’ombelico” che si sono esaltati al suo racconto, dai giornali con le pagine bianche fino a quelli con le pagine rosa. AMEN.
Narrativa
Einaudi
2016
219