Gay Talese è un noto scrittore ed il 7 gennaio 1980 era impegnato nell’imminente pubblicazione del suo maggior successo “La donna d’altri”, quando riceve una lettera scritta a mano ed anonima. Chi scrive dice di essere un suo ammiratore e di poter a sua volta contribuire all’approfondimento dei costumi sessuali degli americani. Rivela, inoltre, che in Colorado, alla fine degli anni Sessanta, ha acquistato un motel, il Manor House Motel, alla periferia di Denver, apposta per soddisfare le sue balzane tendenze voyeuristiche.
Sotto il tetto della costruzione ha apportato una sorta di piattaforma di osservazione, mediante la quale è in grado di osservare per il tempo che vuole tutte le evoluzioni sessuali che avvengono nelle stanze del motel medesimo. Questo avviene attraverso finti condotti di ventilazione, con l’ assoluta complicità degli ignari ospiti occupanti. Alla fine, Talese, incuriosito, incontra l’uomo, tal Gerald Foos, che lo invita a visitare il motel suddetto. Pare un romanzo, ma è LA REALTA’. Ed è UNA TORBIDA STORIA VERA.
Foos invia a Talese un diario di suoi appunti e report su quanto avviene in quelle stanze, da lui osservato con attenzione. Questo Diario del Voyeur contiene veramente di tutto . E’ porno? In parte, se vogliamo, dato che va a descrivere gli atti sessuali, tutti, sia etero, sia omo, con una discreta dovizia di particolari, ma riesce a non essere volgare, neppure nelle descrizioni più truci, come quelle che riguardano, per esempio, un reduce militare, senza gambe, che compie i suoi atti con una caritatevole compagna. Ma parla pure di sesso mercenario, della prima copula a tre, nella storia da lui descritta, di omicidi commessi dopo rapporti sessuali forzati, di coppie alquanto banali e senza il “sacro fuoco” per fare un sesso adeguato. Scorre così una vera e propria galleria di personaggi gustosi, divertenti ed anche perversi. Come l’ineffabile Darlene, vera maga del sesso orale completo, cui il compagno dice di “averlo letteralmente crepato”, oppure il primo scambio di coppia consensuale, e tante altre “vignette ” neppure troppo morbose. Il bello è che Foos ebbe due mogli, un’infermiera d’ospedale ed una impiegata, entrambe lo accompagnavano nei “punti di osservazione” e qualche volta consumavano sesso con lui durante le “visioni” di quello degli altri! Il giornalismo descrittivo di Talese è molto spesso quasi senza “fuoco”, nel senso che pare un esame autoptico. Il libro ha riempito le pagine dei giornali americani, ma pure di quelli nostrani. E’ nota la “pruderie” italica per tutto quello che riguarda il sesso. Non a caso siamo uno dei paesi in cui si esercita maggiormente lo stupro, molto spesso non adeguatamente punito, proprio perché, come mi si spiegava in Criminologia negli Anni Settanta, la religione molto penetrante e la rigidità educativa di allora ( tutta un’altra cosa la permissività di oggi) producevano una miscela esplosiva di violenza e sessualità bestiale che si ribaltava sulle malcapitate donne. Oggi, non ci sono più quelle premesse e la conquistata libertà delle donne ha comportato una perdita di forza e di identità nel maschio fino a portarlo addirittura a violenze di gruppo…Tornando al libro, non è certo un’opera di fine letteratura, ma, oltre a raccontare la controversa esistenza di Gerald Foos, serve per mettere a fuoco la sessualità dell’America dell’ultima metà del secolo scorso. DUE STELLE.
Saggistica
Rizzoli
2017
208