Questo è un romanzo “gotico”. La sua autrice, Shirley Jackson, nata a San Francisco nel 1916, morì giovane nel 1965 a North Bannon nel Vermont in un villaggio dove era arrivata venti anni prima per seguire il marito, professore che là insegnava. Questo romanzo uscì nel 1959 e da esso sono stati tratti due film: il primo, “Gli Invasati” del grande regista Robert Wise, con Julie Harris, Richard Johnson e la grande Claire Bloom ed il secondo assai più recente, “Haunting” (Presenze) di Jan De Bont, con Liam Neeson e Catherine Zeta Jones. La protagonista del romanzo è Eleanor Vance, giovane e tormentata donna che non ricorda di essere mai stata felice. Viene convocata dal Prof. John Montague a Hill House. Lui è un aspirante cacciatore di fantasmi ed ha invitato tre persone, tra cui Eleanor, per un soggetto sperimentale in una casa da sempre indicata come un posto dove allignano gli spettri ed accadono cose misteriose. La descrizione di questa dimora angosciante che ne dà l’autrice è “l’edificio drizzava la testa imponente contro il cielo senza concessioni all’umanità” ed ancora “un luogo non adatto agli uomini, né all’amore, né alla speranza”. Posto che rifiuta con forza di essere accogliente esattamente come la protagonista vorrebbe sfuggire ad una vita che le ha portato solo infelicità, fino a quel momento. Le premesse sono rabbrividenti. Il cancello della casa con il lucchetto che può essere aperto solo dal custode, la cui moglie va via alle sei di sera in punto lasciando chiunque alla mercè dell’indefinibile. Le numerosissime stanze di colori diversi (azzurra , verde , ecc.) i dipinti truci che incombono, il “respiro ” dell’edificio, in grado di traumatizzare chiunque, sono stati tenuti nascosti agli invitati buttati nella mischia, quasi come cavie inconsapevoli. Le erbe ed il giardino incolti che circondano LA CASA, il ruscello che le scorre a poca distanza, la presenza di rumori ed animali che non si manifestano mai chiaramente, fanno sì che il rapporto tra Eleanor e l’altra donna presente, Theodora, si stringa per…necessità e paura. In stanze, alcune delle quali non accessibili, corridoi bui e tetri, rumori pure violenti che, in più di un monento paiono voler fagocitare i protagonisti, si svolge una vicenda quasi irreale. Luke, l’altro protagonista maschile della famiglia Sanderson, dovrebbe diventare in un prossimo futuro proprietario della casa. Chi ci abitava prima dà l’impressione di essere stato un orco con le due figlie femmine alle quali era legato da un rapporto “malato”. E le voci…quelle che la protagonista sente in continuazione chiamarla, rincorrerla, sfiorarla, strusciarla, finiscono con il condizionarne al massimo il comportamento quasi in un’estasi sensoriale che resta la cosa più… entusiasmante della sua povera vita. Brividi sotto pelle il romanzo ne procura. Il finale mi astengo dallo svelarlo per tutti coloro che vorranno leggere il libro che è più che buono. TRE STELLE.
Fabula
Romanzo gotico
Adelphi
2004
233