Nata a Milano nel 1966, dopo studi di filologia classica all'Università degli Studi di Pavia comincia a lavorare in libreria. Fa la libraia per 26 anni. Ha collaborato con case editrici quali Astoria, come lettrice dall'inglese e dal francese e per Giunti per cui ha scritto una guida on line sulle città europee. Ha collaborato con articoli e recensioni al blog SulRomanzo e al blog di approfondimento culturale Zona di Disagio. Suoi articoli sono apparsi sul sito della società di formazione Palestra della Scrittura. Ha curato blog di carattere economico e, per anni, ha lavorato come web content writer. E' autrice di due libri: Guida sentimentale alla Tuscia viterbese, una serie di brevi reportage di narrazione dei territori e Mors tua vita mea, un libro di racconti pubblicato da I Quaderni del Bardo Edizioni. Un suo racconto è pubblicato all'interno del libro Milanesi per sempre, Edizioni della Sera. Dirige la rivista L'Ottavo

Gli Ignoranti. Senza copioni prestabiliti
Avevo accarezzato questo libro, nella sua edizione originale, durante un viaggio in Francia, lo scorso ottobre. Mi trovavo in un piccolo delizioso paese della Linguadoca, Octon, nella cantina di vignaioli naturali, Mas des Chimères. E mi aveva colpito il suo titolo. Coraggioso, mi è sembrato, intitolare un libro Les Ignorants, in un mondo, in una società in cui la competizione, il settarismo, la mancanza (spesso) di reali contenuti, danno a questa parola un’accezione negativa. E spingono molti a fingersi “conoscenti” sempre e una volta per tutte. Come se conoscenza e ignoranza non fossero cose che continuamente si mescolano, si tengono per mano, collaborando reciprocamente a immergersi nelle cose e nella vita nel modo forse più divertente ed emotivo: come fosse tutto fluido. Ora ho letto questo bellissimo libro nell’edizione italiana grazie a Porthos, editore ma non solo. Un vero e proprio progetto, un’isola di resistenza come si definiscono loro, come lo racconta Sandro Sangiorgi. Di cosa sto parlando? Mica posso dirvi tutto io. Suvvia, un po’ di curiosità, di sana ignoranza e qualche ricerca su google.
Curioso, e lo noto solo ora, mentre scrivo, che mi siano uscite dalla testa così tante parole legate a qualcosa di liquido. Curioso perché, questo libro, parla di vino. Di vino e di libri. Spiazzando fin dall’inizio per questo accostamento e per, appunto, il titolo. Ma è bello essere spiazzati, comprendere che ignorante è colui che, se ci si pensa bene, non segue un copione. Ma andiamo con ordine. Gli ignoranti è quella che si può definire una graphic novel di Etienne Dovadeau. Ma non è solo questo. La storia e la struttura del racconto sono molto semplici. Un fumettista, lo stesso Dovadeau, assolutamente ignorante di agricoltura, vini e viti, decide di trascorrere un anno con Richard Leroy un vignaiolo assolutamente ignorante di fumetti ed editoria. Da questi due mondi apparentemente lontani scaturirà non solo un inedito percorso ma davvero un ribaltamento dello stesso concetto di ignoranza e della sua vivificante portata di esperienza.
E ne nasce anche una storia emozionante, emotiva, sensuale del lavoro e del modo di farlo, di un vignaiolo e di un fumettista. Forse, a questo punto, si impone una precisazione, o meglio un piccolo chiarimento, quella che il mio amato professore di filosofia del liceo avrebbe definito: “una sfumatura, praticamente un abisso”. Cos’è un vignaiolo? Un vignaiolo è colui il quale produce vino naturale, senza magheggi di alcun tipo. Un vignaiolo è colui, come direbbe Sandro Sangiorgi, che comprende come una vigna sia un’entità vivente, a partire dalla terra su cui si trova. E che, per tale comprensione, se ne fa custode. Lo stesso si può dire di un fumettista, come di chiunque altro faccia le cose in un certo modo. Dentro la qualità delle cose. Che vuol dire, al netto di ogni altra considerazione, osservare, ascoltare. Vivere, più che del proprio lavoro, dentro e con il proprio lavoro.
E così osserviamo e leggiamo questa storia di due esistenze che si intrecciano per un anno, con il fumettista che lavora nella vigna con le sue stagioni e il vignaiolo che comincia a leggere fumetti e ad avvicinarsi ad un mondo a lui estraneo. Forse. L’ignoranza, rispetto al lavoro altrui ma, in un certo senso anche verso il proprio lavoro, è quella cosa che consente di uscire dai copioni, di fare domande scomode, di porsi in maniera scomoda o, come minimo, non accomodante. Quindi non facile. In questo libro vi è un vero e proprio ribaltamento, di ogni cosa, di ogni parola. E ritengo sia così anche per l’uso della graphic novel, per certi aspetti più rivoluzionaria e di maggior forza dirompente di tanta narrativa e tanta saggistica.
Gli Ignoranti è un percorso tra vini, produttori, fumettisti, editori ma è, anche e forse soprattutto, un percorso epistemologico, etico. Il racconto di una modalità di lavorare che diventa, inevitabilmente, una modalità di vivere. C’è tanta politica in queste pagine, una politica come non siamo più abituati a intendere, ridotta com’è a teatrino di ego ipertrofici, separati da ogni cosa. Essere un vignaiolo che ricorre alla biodinamica (che qui ci viene spiegata come difficilmente troverete nella maggior parte dei manuali tecnici), essere un fumettista che decide di osservare e ascoltare l’a/A(ltro) per arrivare ad un prodotto naturale. Non c’è alcuna differenza. Sempre di custodia si tratta.
E la custodia non può, per sua natura, farsi bastare le opinioni comuni, le convinzioni e convenzioni di mercato. Per questo il fumettista può permettersi di vuotare nel lavandino un vino portato in palmo di mano dalla critica enologica e il vignaiolo può tranquillamente dire di trovare noioso il lavoro di chi è considerato quasi un dio nel mondo del fumetto. Questa è l’ignoranza etica che, permettendoti di non avere conoscenze preventive, ti apre alla qualità, alla messa in discussione di te stesso e di ciò che fai. E di come lo fai.
Un libro necessario direi, urgente. Di quell’urgenza bella che si oppone alla calma mortifera della standardizzazione del gusto (e del mercato) come di ogni altro afflato di soggettività. Vino e libri. Perché bere vino (naturale) è come ascoltare e leggere storie. Un gesto emotivo. E se non c’è emotività, come dice Sangiorgi, è come se non si credesse in quello che si fa.
Da leggere, ma da leggere davvero.

Gli Ignoranti Book Cover Gli Ignoranti
Etienne Davodeau
Graphic Novel
Porthos
2015