Oggi pubblichiamo la recensione al libro Sacrificio di Andrea Carraro. Autrice della recensione la scrittrice Roberta Lepri, autrice di romanzi tra cui Il volto oscuro della perfezione, La ballata della Mamma Nera, Io ero l’Africa, tutti per le edizioni Avagliano. Il suo ultimo romanzo, dal titolo Ci scusiamo per il disagio, è pubblicato con Le strade bianche di Stampa Alternativa
Sacrificio è compiere un’azione sacra. Poggiamo su un altare – reale o che appartiene alla nostra immaginazione – qualcosa a cui siamo disposti a rinunciare. Doniamo in cambio di altro. Cosa vogliamo? La soddisfazione di un desiderio, la pace dell’ego, l’affermazione, la risoluzione di un conflitto? Tutti vogliamo qualcosa. Il punto focale è cosa siamo disposti a dare in cambio, cosa poggiamo sull’altare.
Per il sacrificio ci vuole una vittima, e questo Giorgio, il protagonista dell’ultimo romanzo di Andrea Carraro (pubblicato nel luglio scorso da Castelvecchi editore) lo sa benissimo: una vittima c’è già, fin dall’inizio, ed è sua figlia Carolina, che a venti anni entra ed esce da centri di recupero per tossicodipendenti, è svuotata, vecchia, e senza niente da desiderare veramente a parte l’eroina. Si può salvare una vittima come questa, e in quale modo?
Fin dal principio del romanzo, Carraro ci mette sotto gli occhi la soluzione del problema, perchè Carolina è per Giorgio – uomo debole e irrisolto, che ha fallito nel matrimonio e nella realizzazione professionale, e che ha visto crollare tutti gli ideali della propria giovinezza politica – quello che ogni figlia vorrebbe essere per il proprio padre: l’amore, il pensiero costante, la felice tenerezza del ricordo di quando era bambina. Anche quando Carolina lo ferisce, soprattutto mentre lo sta facendo soffrire, la tenerezza di Giorgio non cede il passo alla rabbia.
Questo uomo fragile ha dunque un grande punto di forza, qualcosa a cui riferirsi in maniera irresistibile, nonostante un atteggiamento in apparenza indifferente nei confronti della vita che sta attraversando, e un’incapacità a condividere – anche con la figlia – il dolore per la solitudine che lo accompagna: Giorgio tende a Carolina, è disposto a tutto, fino a diventare lei, a scambiarsi – un agnello in cambio di un altro – sull’altare di un’esistenza che è finita in malora quasi senza sapere il perché.
Andrea Carraro ci guida per Roma come nella più perfetta delle commedie, un girone dietro l’altro, tra spacciatori e finti intellettuali, con coerenza, senza sbavature e con una lingua perfetta e vera. Fino ad arrivare alla conclusione di una storia inevitabile, ma che sorprende per quanto è logica. Cosa può infatti fare un padre che ama sua figlia più di se stesso, se non sostitursi a lei, e diventare vittima al suo posto?
In un mondo che pare diventato incapace di amore, Carraro ci mostra il riscatto di un uomo schiacciato da un’intera esistenza, che per amore scende a patti con il Male (che gli risponde nella persona di un demonio che Giorgio si è covato dentro da sempre) proprio quando invoca il Bene (che invece tace, forse perché mai lo ha conosciuto e perciò il protagonista non sa rappresentarselo).
Un uomo in apparenza opaco, incapace di reazioni per quasi tutta la propria esistenza, spesso in contraddizione, ma che conosce, per istinto, l’infallibile logica del sacrificio, otterrà così il riscatto che andava cercando: questa è la storia di Giorgio, disposto a giocarsi la vita per sua figlia Carolina.
Un racconto asciutto, coerente e bellissimo, da me il più amato, tra quelli di Andrea Carraro.
Letteratura narrativa
Cstelvecchi
2017
170