Mario Borghi – Gli opinionisti
Recensione di Martino Ciano
Gli opinionisti è un’opera pensata per essere messa in scena. È scritta come il copione di una commedia… uno spettacolo che può essere rappresentato in ogni luogo. Si presta a qualsiasi palcoscenico, in particolar modo a quello della vita di tutti i giorni. E proprio la confusione quotidiana, nella quale le voci si intrecciano e le opinioni sono raffiche di mitra, viene trasformata in satira e allegoria.
Borghi è un libero pensatore e la sua scrittura rispecchia questa attitudine. Non ha voglia di perdersi in pensieri difficili, ma ama la semplicità. La parola è già qualcosa di complesso perché mostra sempre e solo il suo lato seducente; è molto difficile che si sveli interamente… d’altronde ogni uomo ha il suo linguaggio.
Ecco allora questi opinionisti, uomini e donne ambigui e confusi, che si accomodano in un salotto tenuto in ordine da una sobria donna delle pulizie. Una domestica così ligia al suo dovere che lavora anche a Ferragosto. Lei li accoglie uno per uno, come se quella stanza fosse l’ultimo lembo di terra rimasto dopo l’Apocalisse. E loro, gli opinionisti, entrano per lasciare un messaggio cartaceo che la signora legherà a un palloncino, che si depositerà sul suolo lunare.
Ricorda tanto l’Orlando Furioso, ma tutto è scritto con un linguaggio fiabesco e leggero che ricorda Calvino. Un’opera ironica, questa di Borghi, imprenditore edile che dopo il lavoro si rifugia nella sua stanza per costruire edifici di significati; quasi volesse testimoniare che non di solo pane vive l’uomo. E la sua passione lo ha già portato lontano, perché dalle sue opere sono stati tratti spettacoli teatrali, in scena anche sui palchi della Capitale. Ma, dopotutto, il suo intento è quello di essere un testimone della leggerezza.
La leggerezza è un dono; rende il mondo più sopportabile. Le opinioni invece danno vita a meccanismi perversi, in cui la ragione vuole spiegare tutto; ma esse sono anche figlie della poca conoscenza… Socrate pure le condannava… la vita, infatti, non è un blaterar-cantando, ma una costatazione.
Gli opinionisti di Mario Borghi è quindi un libro da leggere senza seguire il filo del discorso, perché sarebbe come lambiccarsi il cervello sul significato della vita e della morte. Forse, questi personaggi parlano proprio della morte, ma lasciamo a voi l’ultima parola, quella che l’autore ligure ha fatto pronunciare a un ex Bello di Biella.
Testo teatrale
Le Mezzelane Casa Editrice
2017
72, rilegato