“La poesia è un silenzio che danza
Nel cuore dei poeti.”
Donato Di Poce
Di solito non è facile parlare di un libro d’esordio di un autore giovanissimo, ma nel caso Chiara Evangelista (giovane poetessa leccese che studia a Milano), il compito mi è stato facilitato dalla felicità sorgiva dei suoi versi, dal contesto di barcollamento e rinascita esistenziale stemperato in uno stile giocoso e ritmico, anzi a tratti musicale dei versi.
Infatti leggendo questi versi, si viene risucchiati in un piccolo vortice di emozioni e di danza delle parole che oscillano tra il nulla, la consapevolezze del dire, del fare e del voler essere e un inventario quotidiano di pronomi, ballate, novalgine, evidenziatori gialli e “desiderata”, e vista la giovane età della poetessa, è garanzia di contestualizzazione del quotidiano ma con uno sguardo visionario e ludico al futuro.
La sua è una poesia di una prima presa di coscienza di un mondo(nulla) che annulla, ma che pone e ci fa porre delle domande: “ …E mentre arriccio il naso/il nulla mi annulla/E’ tempo di fare o di disfare/E’ tempo di fare o di pensare” ( pag. 17)…quasi un corpo a corpo tra una lallazione linguistica Socratica e un annientamento metafisico.
L’incipit del libro è una dedica a se stessa ma vista nella consapevolezza del perdente con autocoscienza costruttiva, che non rinuncia a essere se stessa “A me che so perdere/…A me che so lasciar stare ma non lasciar perdere…” e che inizia a porre domande a tutti: “Ho perso il filo…/Tu dove sei arrivato?/Io dove sono arrivata?”(pag. 9).
Le 29 poesie della raccolta, hanno tutte dei titoli esemplificativi e pertinenti e che danno subito una chiave di lettura del testo che si snoda poi in un ricco repertorio di metafore, rime e assonanze che ricordano certe strofe maliconiche Prevertiane e le ironiche quartine di Vivian Lamarque (Si veda l’ironica poesia di pag. 14 dal titolo CI AMO che ha questa chiusura: “…Saremo compagni di viaggio/Amo l’essere noi, amo l’esserci/Ci amo”.)
Altro interessantissimo e intrigante testo è LA BALLATA DEI PRONOMI(pag. 20)…” una prosa poetica divertente che parla d’amore, abbandono e realismo “…Passati due anni, ad un angolo Io vede Tu in compagnia di un altro pronome con cui ha formato una famiglia: la famiglia Voi. Tu di sbieco intravede Io ma non sono più niente, sono Essi…”.
La poetessa ci fa intravedere tra le righe il sudore della parola e la palestra di scrittura rivelandoci i segreti della penna rossa e dell’evidenziatore giallo, sinonimi di sottolineature ed evidenziazioni, il tremore della scrittura che vuole viaggiare libera sulle ali dell’immaginazione “E correggi pure…/Un purea rosso diventa il foglio./Una penna rossa semina il terrore/tra le righe nere al chiarore/dell’immaginazione./Penna rossa limiti la mia fantasia…/Lasciala volare via!”. (pag. 26).
E che dire del pretesto dell’evidenziatore per consegnarci una splendida riflessione filosofica senza retorica:
“…Ciò che esclude è per sempre
ciò che include è per sempre”.
La poetessa è cosciente del suo crescere, decrescere accrescere, nella solitudine milanese dove sente crescere dentro la nostalgia per gli orizzonti di luce del Salento e snocciola un sibillino latrato esistenziale ”Sono crescita/quando ho affrescato fiori/su grigiori di asfaltato/in un latrato di insoddisfazioni”(pag. 34), o in uno struggente dialogo con una panchina,(pag. 33), ma ci consegna nella chiusa del libro un piccolo “desiderata” che rivela una calcarea istanza di sorpresa dalla parola e dalla vita di chi vuole sorprendere ed essere sorpreso:“E così si rimane incompresi,/quando basterebbe poco/per rimanere/sorpresi”.
E allora accogliamo con sorpresa e felicità sin dal titolo questa raccolta In medias res che riporta una felice locuzione latina(Orazio, Ars Poetica) che possiamo tradurre “nel mezzo della cosa, dell’argomento“, dove Orazio, e Chiara con lui, intravvedono e auspicano una parola poetica che abbia una capacità di narrare, che spezzi l’ordine naturale della fabula, della realtà prestabilita, dei canoni linguistici
E la poesia “… un silenzio che danza/Nel cuore dei poeti.”, con la capacità di azzeramento dello spazio logico-temporale, con la danza delle parole tra significante e significato, il gioco musicale di rime e assonanze, l’empatia con le cose e i sentimenti, l’alternanza tra memoria e desiderio, può ogni volta reinventare l’uomo, la vita e il linguaggio e con Chiara donarci persino la fluorescenza delle parole.
Milano, 12.03.2018
Poesia
iQdB edizioni di Stefano Donno
2017