Four Tet ama questo lavoro. Non dico cavolate.
Lino Capra Vaccina è uno degli esponenti di rilievo degli Aktuala, una delle poche band italiane gettatesi nell’arte della world music e del raga. Dopo aver sciolto il gruppo, inizia varie collaborazioni in album del calibro di “Vietato Ai Minori Di 18 Anni?” dei Jumbo e “La Finestra Dentro” di Juri Camisasca.
Lo troviamo nel 1975 anche con i Telaio Magnetico di Battiato e suona pure a Parco Lambro con le basi delle composizioni che andranno a finire nel lavoro solista.
Siamo nel 1978, anno teso e guardingo dal punto di vista sociale e politico. Si ha una maggiore consapevolezza rispetto alla fantasia cieca del Sessantotto. Si è quasi disillusi, arrabbiati, disinnamorati, ma lo zoccolo duro della frangia creativa persiste almeno un altro pò.
Lino fa parte senza ombra di dubbio del fiero ed oscuro underground jazz, folk, prog, sperimentale della metà/fine anni Settanta. Insieme alle opere più astratte di Battiato post “Clic“, “Antico Adagio” si colloca nel settore degli sconosciuti e dei sottovalutati.
Purtroppo non si sente sparlare troppo, specie nel web, di questo lavoro, che segue, aggiorna e personalizza il concetto di raga e sperimentazione. Riley, Hassell, Popol Vuh e Third Ear Band sono i tesori dai quali si ricavano e dilatano idee e sensazioni.
Ma Lino Capra Vaccina non fa parte di quei musicisti che non aggiungono l’originalità nell’operato, non si accontenta di firmare un nuovo album senza preoccuparsi di curarlo. Le sei tracce hanno un ambient interessante, ammaliante e mai noioso. Non ci sono tempi morti, i quali sono dei rischi per gli album kraut e sperimentali.
Si cibano le orecchie con minimalismi, ritmi ossessivi, ripetizioni, sequenze e crescendo. Le suonate bucoliche della titletrack, posta come pezzo conclusivo, e l’incipit mantrico di “Elegia” mostrano i due lati del progetto.
Troviamo ovunque soffuse melodie, accenti effettuati sempre nel momento giusto e con la lungimiranza e la conoscenza dei maestri stranieri. Stilemi, dunque, che non hanno nulla da invidiare, e in questo caso non diciamo la solita frase per invogliare i ciechi eccitati.
Insomma questa ristampa del 2015 ci offre sapientemente una delizia dal sapore arcaico. E’ un gesto generoso, perchè non possiamo non citare anche i giochi geometrici di “Voce In XY“. Ci si rifiuta di intendere la musica come una forzatura, ovvero con quell’obbligo di inscatolare un brano in due regole fisse, buttando così all’aria l’avanguardia che si potrebbe esplicare.
Perchè quando si viene a conoscenza di queste opere, il formato canzone standard ci sembrerà un ricordo infantile e senza senso. Tagliamo il traguardo dello sblocco che necessita l’anima di ognuno di noi. Quel cambiamento che dal giorno dopo ti farà vivere e guardare le cose in un modo del tutto differente a ieri.
Sperimentale Electronics
1978 ma ristampato nel 2015