Stratosferica realtà che si schianta in un disegno futuristico/industrial/sperimentale che non lascia scampo. Dopo la fine della cultura hippy nella metà degli anni Settanta si risollevano gli umori americani con Residents, Tuxedomoon e Chrome. Questi ultimi sono dediti a un disegno spaziale che rivisita la psichedelia e non solo. Le due menti Edge e Creed sanciscono il loro inizio nel 1976.
Si creano gli stilemi della band in “Alien Soundtracks” dove ci si immerge in un viaggio futurista senza precedenti. Riff saturati al massimo e voce sguaiata. Un’impostazione che sbeffeggia gli MC5 e gli Stooges in un batter d’occhio. Si sceglie un assalto frontale e si effettua una riduzione del manierismo delle altre espressioni americane avanguardistiche, Residents in primis.
Nel 1979 danno alle stampe “Half Machine Lip Moves“, destinato a rimanere capolavoro e simbolo di questa eccelsa era artistica. L’industrial punk dei Chrome non viene esplicato con il rumorismo sintetico dei britannici Throbbing ma con un’unione folle tra loop e feedback .
L’iniziale “TV As Eyes” sprofonda già in un incubo prettamente cyber. Non si danno spazi alla melodia, all’armonia, ai bridge o agli assoli. Si ha solo un compatto magma sonoro che espelle allo stesso tempo camaleontiche sfumature. Il trauma è alle porte e non se ne riesce ad uscire. Più si va avanti nell’album e più l’interesse e la curiosità aumenta. Non c’è una noiosa staticità. Ogni brano ha un umore diverso dall’altro ma lo scopo è sempre lo stesso: una nevrosi insieme alle stelle. Si, perchè il loro incedere è tonante, teatrale ed immaginifico. Era il periodo dove si univa avanguardia con arti visive e le locandine stupende dei live erano intrise di disegni shock dada. Un periodo prolifico al massimo per la musica.
Uragani che si scontrano con la nostra mente come nella martellante “Zombie Warfare“, nelle scie chimiche di “You’ve Been Duplicated” e “Abstract Nympho”, “Turned Around” o nella tribale “March Of The Chrome Police“. Si riprende quindi la satira di Zappa e il fluttuare eterno della chitarra, lezione appresa dai mostri sacri dei Sixties. Questa cacofonia si impregna di armate telecomandate, dell’incubo moderno e di segnali radio infernali. E’ l’esempio del panzer sonico di “Mondo Anthem“, delle robotiche “Zero Time”, “Critical Mass” o della titletrack spacca-ossa.
E non finisce qui la follia dei Chrome! Altri lavori consigliabili sono “Red Exposure” (con “New Age”, “Static Gravity”, “Electric Chair” e “Eyes On Mars”), “Blood On The Moon (con la titletrack e “Perfumed Metal”) e “3rd From The Sun” (con “Firebomb”, la titletrack e “Armageddon”). Le carriere soliste di Edge e Creed, però, non sono altrettanto formidabili, dedite soprattutto a lucidare la (splendida) cornice creata con i Chrome e niente più.
Post punk, rock sperimentale
1979