Classe 1989, vive a Solofra (Av). Ha studiato presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Salerno. Ama la compagnia di un buon libro, viaggiare per imparare, vagabondare per mostre e musei. Sostiene il Teatro di qualità, quello che pone degli interrogativi e contribuisce a formare la coscienza individuale e sociale, riuscendo ad emozionare e stupire allo stesso tempo.

FANNY&ALEXANDER nel primo adattamento teatrale della tetralogia “L’amica geniale” di Elena Ferrante.

75esima Mostra del cinema di Venezia. Dieci minuti di applausi accompagnano il termine della proiezione di due degli otto episodi di L’AMICA GENIALE, l’attesa serie tv prodotta da Fandango, Wildside, Umedia in collaborazione con Rai Fiction, TIMVISION, HBO Entertainment e diretta da Saverio Costanzo: una trasposizione che tenta di riconsegnare agli spettatori le grandi scene del romanzo di Elena Ferrante, pubblicato da Edizioni E/O. Non è la prima volta che un libro della Ferrante si materializza nella sceneggiatura di un film. È successo con L’AMORE MOLESTO diretto da Mario Martone nel 1995 e con I GIORNI DELL’ABBANDONO diretto da Roberto Faenza nel 2005.
La Ferrante Fever (dal titolo del documentario realizzato nel 2017 da Giacomo Durzi con la partecipazione di Jonathan Franzen ed Elizabeth Strout) non ha lasciato indenne neppure il teatro. La compagnia ravennate FANNY&ALEXANDER, nata venticinque anni fa, consolidatasi nella rielaborazione e reinterpretazione di diversi codici, come fiaba, testo letterario, conferenza, muovendosi costantemente lungo la retta di nuove prospettive teatrali, in STORIA DI UN’AMICIZIA propone il primo adattamento teatrale della tetralogia “L’amica geniale” di Elena Ferrante, dedicata alla storia dell’amicizia tra due donne, seguendo gradatamente la loro crescita individuale, il modo di influenzarsi reciprocamente, i sentimenti, la vicinanza e la distanza che nutrono negli anni il loro rapporto. La biografia delle due donne si intreccia alla storia della città di Napoli e, più in generale, di un Paese dilaniato dalle contraddizioni, travagliato dalle sue metamorfosi.
A interpretare Lenù e Lila, protagoniste della saga, sono rispettivamente l’attrice e drammaturga del gruppo Chiara Lagani e Fiorenza Menni, attrice e direttrice artistica del gruppo bolognese Ateliersi. Superata la diffidenza nei confronti di un’opera all’apparenza mainstream, popolare, FANNY&ALEXANDER costruisce uno spettacolo in tre capitoli: Le due bambole, Il nuovo cognome e La bambina perduta; un progetto articolato, coprodotto da Ravenna Festival, Fondazione Campania dei Festival –Napoli Teatro Festival Italia, per la regia di Luigi De Angelis. Elena Ferrante riesce a raggiungere un pubblico molto vasto (più di sette milioni di lettori in tutto il mondo) adottando una strategia stilistica avvincente, stratifica la narrazione così da intervallare l’elaborazione intellettuale e letteraria più raffinata, all’elaborazione basica, semplice e stereotipata, come negli elementi di fiaba (l’orco, lo scantinato buio, la tensione tra coraggio e paura, la bambina-bambola) che offrono un repertorio simbolico di rapida presa sull’immaginario umano. L’elaborata e allo stesso tempo equilibrata struttura ritmica smuove la curiosità, il processo di identificazione dello spettatore in caratteristiche ed episodi. Complice il dispositivo dell’eterodirezione, che la compagnia utilizza ormai da dieci anni, lo spettacolo per quanto recitato a due voci che si fondono, si sdoppiano, si contrappongono, si sormontano, si fa a tratti teatro corale; alle voci si accompagnano movimenti discronici costruiti da Luigi De Angelis e Fiorenza Menni su coreografie di Pina Bausch e Trisha Brown, operazioni ritmiche profonde, un catalogo di gesti costruito in complicità con le attrici in scena in relazione al testo in cuffia da cui vengono attraversate, possedute. Non è un lavoro esecutivo, ma di affido totale. L’universo sonoro del romanzo, la componente ineffabile ed inenarrabile della vicenda, si trasforma in una partitura composita: il lavoro prevede, infatti, anche la composizione di una partitura musicale e sonora firmata da Luigi De Angelis e Damiano Meacci per Tempo reale, che produce un’irreale mappatura sentimentale, si fa portavoce degli universi concreti in cui le parti narrative sono fisicamente calate. Il lavoro sul video ricompone le frantumaglie di narrazione, l’ identità complicata di questa amicizia, andando a comporre un paesaggio fisico ed emotivo complesso.

La frantumaglia è un paesaggio instabile, una massa aerea o acquatica di rottami all’infinito che si mostra all’io, brutalmente, come la sua vera e unica interiorità. La frantumaglia è il deposito del tempo senza l’ordine di una storia, di un racconto. La frantumaglia è l’effetto del senso di perdita, quando si ha la certezz che tutto ciò che ci sembra stabile, duraturo, un ancoraggio per la nostra vita, andrà a unirsi presto a quel paesaggio di detriti che ci pare di vedere. La frantumaglia è percepire con dolorosissima angoscia da quale folla di eterogenei leviamo, vivendo, la nostra voce e in quale folla di eterogenei essa è destinata a perdersi … LA FRANTUMAGLIA di Elena Ferrante

Foto copertina Enrico Fedrigoli

Fanny&Alexander nel primo adattamento teatrale de L'amica geniale di Elena Ferrante Book Cover Fanny&Alexander nel primo adattamento teatrale de L'amica geniale di Elena Ferrante
Alessandra Durighiello
2018