Montale non lo leggo perché sono più bravo di lui. Ungaretti nemmeno perché la mia poesia lo ha superato. Leggo solo quello che scrivo perché nei miei versi ci sono tutti i poeti del mondo.
Se non lo avete capito io sono il poeta imparato e non ho alcuna necessità di confrontarmi con altri poeti. Io non leggo ma i versi li scrivo. L’unico referente è il mio ego che è illimitato e pieno di risorse
Quindi ho molto da dire e non posso perdere tempo a imparare dagli altri. Sono gli altri che hanno molto da apprendere dal mio ego smisurato di poeta perfetto.
E poi va di moda oggi essere poeti imparati. Sono davvero patetici quei poeti che scrivono e affermano che bisogna sempre guardare ai maestri. Non avete personalità, prendete esempio dalla mia presunzione di poeta imparato.
Io sono qui e mi guardo allo specchio e scrivo le cose più belle perché la mia poesia contiene tutte le verità del mondo, e voi tutti siete microbi falliti.
Ho deciso di scrivere questo breve monologo per dirvi che la mia poesia salverà la vita, perché ho un alta considerazione di me stesso.
Un poeta imparato deve avere una grande stima di sé e prima di tutto non deve in alcun modo riconoscere che sono esistiti poeti più bravi di lui.
Per essere poeti imparati non bisogna fare molto. Basta credere solo in se stessi, essere infallibili.
Ebbene sì. Io sono infallibile e lo è soprattutto quello che scrivo. Io sono il nuovo Montale, il nuovo Dante. I miei sublimi versi contengono tutti i poeti del passato e del presente.
Passo le giornate a guardarmi allo specchio e la mia immagine riflessa mi dice che sono il più grande dei poeti.
La mia poesia contiene parole che spiegano tutto. Il poeta imparato che rappresento è il Verbo rivelato.
Mi guardo in giro e vedo che i poeti imparati stanno diventando un esercito. Sono davvero felice di questo. Almeno potrò confrontarmi con i miei simili e evitare discussioni inutili con chi è convinto che bisogna sempre studiare e che nella vita e nella letteratura non si smette mai di imparare.
Io sono il poeta imparato perché brillo di luce propria. Io sono il poeta imparato perché non ho nulla da imparare. Io sono il poeta imparato perché lo specchio ogni giorno mi dice che sono il più bello del reame.
Io sono il poeta imparato e voi non siete un cazzo.
In copertina un’immagine della superbia punita nella Commedia di Dante
Squartaverso
Critica letteraria