Donato Di Poce, Taccuini d’Artista, I quaderni d’Arte del Bardo, a cura di Donato Di Poce, Editor Stefano Donno, formato E-book, distribuito su Amazon, 2018.
TACCUINI D’ARTISTA
Quando il mio pensiero
Vola lontano, lontano
A cento steli di origano
E imparo a vedere
Con gli occhi del ciliegio
I silenzi mi cullano leggero
E torno a vedere l’invisibile
E il mio respiro, respira
Il respiro del mondo che ci respira.
È solo allora che la mia anima
Non ha più confini
E affido i miei pensieri di luce all’arcobaleno
E alla bellezza delle quattro lune.
E se i miei occhi sanno vedere
Oltre i confini dell’ombra
È perché non vogliono più vedere il buio
E sanno che la bellezza salverà il mondo.
Per questo ho raccolto
Il mio corpo d’amore soggettile
Le nuvole d’inchiostro
La zattera delle parole
E cerco di esistere
Tra i percorsi nascosti della creatività
Tra i taccuini segreti degli artisti.
G.G.: Questa poesia introduce quella che è la caratteristica panestetica, diciamo, dei tuoi taccuini. Segreto e pubblico, vedere l’invisibile. Una creatività messa a nudo in forma che non è solo di critica, ma anche poetica e figurale. Poesia visiva che mette in gioco una certa visionarietà nel progetto, che tu definisci “lavagna magica di memoria”. Eppure non di sola poesia stiamo parlando: “Giova forse sottolineare che questo genere “TACCUINO D’ARTISTA”, diverso sia dalla poesia visiva che dal libro d’artista tout-court”, e tra i tuoi riferimenti c’è sicuramente Duchamp“. Egli rivaluta l’oggetto, lo rinomina e uguale operazione mi pare la tua.
Immagine, parola e pensiero: come si coniugano questi tre aspetti? Che ruolo ha la poesia in questo nuovo contesto, considerando quanto scrivi: “Carlo Marcello Conti in realtà sembra inseguire il sogno di una poesia totale, che metta insieme parola, immagine, suono, materia per sollecitare tutti i sensi dell’uomo e riportarlo a una ritrovata dimensione ludico-esistenziale, in un nuovo rapporto con le cose e con il pensiero, in una sorta di respiro emozionale simultaneo ed interattivo”.
D.D.P.: Il progetto dei TACCUINI D’ARTISTA, nasce dal mio interesse per i segni preistorici sulle grotte, i disegni preparatori degli artisti, i diari, i dessins e i collages, le sinopie, gli “skethbook”, i progetti, i “carnets” gli scarabocchi, la “mail-art” e i “libri monotipi”, in una parola “I percorsi nascosti della creatività”, che ci permettono di entrare nelle “stanze segrete” e negli “atelier” degli artisti, di sbirciare dal loro buco della serratura, per vedere, toccare, leggere, “i taccuini segreti degli artisti”. Alla ricerca quindi proprio di quell’ “Aura” che W. Benjamin aveva individuato come fonte di sacralità e trascendenza che emana da un’opera d’arte originale, e quindi da combattere ed eliminare in vista di una arte riproducibile e popolare o di massa.
Poi ho avuto la fortuna di frequentare sin dall’adolescenza gli Atelier di Artisti prima Ciociari come Sorrentino, Notari, Gismondi poi una volta arrivato a Milano, Treccani, Kodra, Dangelo, Bencini, Crisanti, Orazio, Casiraghy e tanti altri.
Per me il “taccuino d’artista” è tante cose: non solo e non più un diario, non sempre e non ancora un libro d’artista, non solo un insieme d’idee o una “poesia visiva”, qualcosa di più di un “Carnet de voyage” o di uno “Cahier” delle intenzioni, poi potrei dire che è una lavagna magica di memoria e di desiderio e un feticcio artistico, ma che è soprattutto:
Una grammatica di icone, segni e scritture
La genesi inconscia di un fondamentale e nuovo medium comunicativo
Un’azione creativa e un libro di sogni
Un esercizio di libertà, creatività e d’intimità con il mondo.
Con questo progetto, volevo entrare nelle stanze segrete della creAttività e dare un mio piccolo contributo a svelare i processi di creatività e rendere l’arte e la cultura una conoscenza di massa e questo è anche il senso di questa pubblicazione di E-book destinata ad un pubblico ampio ad un prezzo accessibilissimo.
G.G.: “Ora poiché provo grande ammirazione e rispetto per tutta l’opera di W. Benjamin, (Il più grande saggista del ‘900), vorrei chiarire, che anche a me interessa che l’arte sia di massa, non riservata a un’élite di persone, più visibile e fruibile possibile e per usare un termine a me caro di Gramsci, “socializzata”, ma questo non significa che l’artista debba dirottarsi su tecniche più riproducibili e di massa come fotografia e cinema, o che debba rinunciare alla sua AURA e ad esprimere i suoi pensieri più intimi e segreti”. In questo senso i taccuini sono abbordabili anche da un punto di vista economico.
Però ci spieghi in che senso e attraverso quali tecniche sei riuscito a creare un prodotto di massa senza rinunciare al desiderio del tuo inconscio?
D.D.P.: Semplicemente grazie ad un incontro magico con il mio editore e amico Stefano Donno, che ha accolto con entusiasmo la mia idea di questi ebooks che stiamo pubblicando nella collana I QUADERNI D’ARTE DEL BARDO, che vive di un’idea e un desiderio semplice, mettere insieme i miei interessi per la poesia, la critica d’Arte e la fotografia, e pubblicare quaderni(un omaggio a Gramsci e Pasolini) che raccolgano di volta in volta, piccole monografie su Artisti, Temi di estetica e Focus su singole opere d’Arte, che possano essere letti da un pubblico ampio e trasversale ad un prezzo accessibilissimo senza mai rinunciare alla qualità.
G.G.: “Ogni uomo, è attratto consapevolmente o no dal bisogno di un’esperienza estetica della vita e del mondo. E più che dalla bellezza di un’opera o dalla personalità di un artista, ama scoprire le poetiche, i processi creativi, la sequenza realizzativa di un’idea, le impronte e le tracce, i tentativi, gli abbozzi e le cancellazioni di una comunicazione iconica e segnica che è anche e sempre una comunicazione psicologica”.
Iniziano in questo modo i percorsi nascosto della creattività, dove ci racconti la storia del Taccuino d’artista da Leonardo da Vinci a Basquiat spaziando in epoche e culture differenti. Quel che interessa la tua visione è certamente l’idea di progresso, di metamorfosi di un’idea, di processi più che di prodotti creativi. Spiegaci cosa sono i taccuini d’artista e a quale fraintendimento li ha costretti l’industria culturale.
D.D.P.: “Questi taccuini segreti, veri e propri esercizi di creatività, inseguono un sogno di bellezza interiore, la percezione del processo creativo, dall’intuizione logica al cortocircuito esistenziale”. Giova forse sottolineare che questo genere “TACCUINO D’ARTISTA”, diverso sia dalla poesia visiva che dal libro d’artista tout-court, che dai diari, trova il suo ideale precursore nella scatola verde di Duchamp e nelle valigie di Filliou, non tanto per la forma estetica ma piuttosto per l’atteggiamento poetico di documentare quotidianamente il processo di lavoro creativo, i percorsi nascosti della creatività, attraverso foto, disegni, appunti, oggetti, schizzi preparatori etc.
Nella mia collezione ormai trentennale, ©Archivio Internazionale Taccuini d’Artista e Poetry Box, si possono ammirare delle vere e proprie sculture in cera, vetro, pietra pomice, materiali vari (Rosi, Izumi, Gismondi, Guaricci, Balena), microistallazioni (Apostolo), libri d’artista (Gini, Fedi), magic box (Sangermano, Gabriele, Cinini, Crisanti, Bencini, Ragozzino, Mesch), Taccuini (Tamegaya, Casiraghi, Fettolini, Conti, Dossi, D’Onofrio, San Polo, Soddu ) Skizzenblok (Colnaghi), Samizdat (Schatz), che esplorano la poetica, lo stile e spesso anche le storie personali degli artisti.
Solo recentemente l’industria culturale che li tratta più come feticci d’arte e di mercato, sta riscoprendo la valenza culturale e poetica innovativa e rivoluzionaria di questo intermedia, grazie anche alla riscoperta di poesia visiva, libri d’artista e libri oggetto, tutti nel solco della contaminazione e danza tra le arti, la molteplicità espressiva, linguistica, stilistica è una grande risorsa.
G.G.: Che differenza c’è, se esiste, tra creatività e creattività? E che ruolo gioca in questo processo differenziale la comunicazione del farsi artistico poliedrico?
D.D.P.: La comunicazione di ciò che si fa e si progetta è fondamentale. Anzi direi che è la parte finale di un processo poliedrico e complesso di CreAttività. La Creatività genera CreAttività, la prima vive nell’idea e nella progettazione, la seconda nella realizzazione di azioni espressive, comunicative e realizzative.
Sono tentato anche di risponderti con questo mio aforisma sulla CreAttività:
“La CreAttività inizia
Dove finisce l’Immaginazione.”
Ma poiché ho scritto diversi libri sia cartacei che in e-book sull’argomento, ti riporto il Manifesto della CreAttività pubblicato nel libro Manuale di CreAttività, che credo sia più esplicativo.
Il Manifesto della CreAttività
“ Ho camminato a lungo
Tra le pagine dell’infinito
Poi un giorno mi sono seduto
Sui gradini dell’Immaginazione
E ho scritto un libro”
Donato Di Poce
1. Riprenditi il bambino che è in te
Fai uscire e rivivere il bambino che c’è in te, rispondi di“Si” al desiderio di “toccare” e “sperimentare”
la tua vita. La vita è un “gioco” molto serio.
2. La vita è adesso, innamorati della vita ogni giorno.
Ricordati di vivere il presente, come se ogni momento fosse l’ultimo della tua vita. Vivilo con intensità e passione qualcosa resterà in te e a chi vive intorno a te.
Guarda e ascolta il mondo come se fosse la prima volta. Innamorati della vita.
Guarda e ascolta oltre il tuo desiderio. Esplora i tuoi gusti e regalati un po’ di tempo ogni giorno. Vivi intensamente un tuo interesse, un tuo hobby CreAttivo.
3. Guardare non è vedere, cerca la bellezza ovunque
Più bellezza cerchi più bellezza trovi, più ispirato ti sentirai e più CreAttivo sarai.
Il desiderio di bellezza attira la CreAttività. La bellezza è ovunque basta guardare più a fondo, guardare più in là, avere attenzione e godersi il piacere delle piccole cose.
4. Accetta le tue emozioni autentiche e vivi la tua Reverie
Sogna ad occhi aperti, impara ad esprimere le emozioni. I sensi, le intuizioni e le emozioni sono segnali preziosi, non frenarli ma impara ad esprimerti e a comunicare.
5. Prenditi cura e nutri la tua anima CreAttiva
Tieni un diario delle tue emozioni, studia e frequenta le persone creAttive. Leggi libri e vai a vedere mostre, trova una cosa bella da fare ogni giorno e documentala, scrivila, dipingila, fotografala, etc.)
6. Sii sempre te stesso sii sempre autentico
La strada della felicità è una sola: diventare sempre più te stesso. Abbandona le maschere e i falsi valori. Fai quello che ti piace e ti fa star bene. Diventa te stesso. Questo renderà uniche, autentiche e degne di essere vissute le tue giornate. Apri la porta del tuo cuore al mistero e alla magia che la vita ci concede.
Steve Jobs diceva “Non lasciare che altri vivano i tuoi sogni”.
7. Impara e Osserva invece di giudicare
Prova a vivere la azioni degli altri senza nessun tipo di giudizio, praticando la pura osservazione. Il giudizio è il peggior nemico della creatività. Non denigrare e non invidiare la CreAttività altrui.
8. Impara a collegare le cose e Sii curioso!
Pratica la danza delle Idee, impara a collegare le cose, le idee, le persone i fatti. Poniti problemi e cerca di risolverli. Impara ad avere dubbi e stupirti delle relazioni tra le cose.
9. Sii CreAttivo, passa all’azione!
Programma del tempo per la tua creatività, pianifica un obiettivo e poi passa all’azione. Hai fantasticato finora su progetti bellissimi? Ora agisci la tua CreAttività.
Non avere paura di sbagliare o di fare cose banali. Abbandona le certezze, Osa… e ricorda che alcune delle migliori idee, sono nate per caso o per errore. Non avere paura di agire controcorrente. La CreAttività è la via del fare tra l’essere e il divenire.
10. Inventa e vivi la tua vita e socializza la tua CreAttività.
Conoscere, Sviluppare, Sperimentare, Agire
Sono i quattro pilastri della crescita
Della nostra consapevolezza CreAttiva
Sii l’impronta dei tuoi passi. Il tuo corpo è la via tra l’impronta e il cammino. Sii sempre autentico e percorri il tuo sentiero. Se desideri una cosa che non c’è inventala. Comunica, condividi e socializza la tua CreAttività, potrebbe far nascere nuove idee a qualcuno e aprire nuovi orizzonti per l’Umanità. Gli uomini cambiano, le cose cambiano, le idee restano. Nelson Mandela ha scritto:
“Un vincitore è solo un sognatore che non si è arreso.”
G.G.: È possibile conoscere meglio, grazie alla presenza di contenuti multimediali, di questo che adesso è diventato una collana di E-book d’Arte di qualità. Una magia di contaminazioni tra Poesia, Critica d’Arte e Fotografia scritta e curata da Donato Di Poce, editor Stefano Donno. Ci racconti come sta andando e come è nato questo progetto di collaborazione?
D.D.P.: Il progetto è stato accolto con entusiasmo sia da Amazon e Kindle che dai lettori, inoltre ti do una notizia in anteprima: il quaderno dal titolo IL GIOVANE DI MOZIA è in traduzione inglese e presto verrà editato nella versione inglese di Amazon. Inoltre tantissimi artisti si complimentano per questa iniziativa. La pagina facebook dedicata in pochi giorni ha già raggiunto 1012 persone che la seguono.
Il progetto di collaborazione è nato grazie alla stima reciproca tra me e Stefano Donno che oltre che editore illuminato è un poet-fotografo con un grande senso della comunicazione e diffusione della cultura.
G.G.: Mi rendo conto che scrivere su qualcosa che deve essere visualizzato è alquanto limitante, per quanto tu utilizzi la parola poetica per descrivere quanto vai curando. Possiamo avvalerci di un testo critico, una poesia dedicata all’artista e foto delle opere riguardanti l’oggetto delle monografie. Un progetto multimediale. Ci presenti, a esempio, uno dei tuoi titoli?
D.D.P.: Certo, prendiamo ad esempio l’ultimo su SANTIAGO CALATRAVA: I ponti senza tempo. Nasce innanzitutto dal mio amore per i ponti sia come aspetto architettonico che simbolico (il ponte unisce e mette in comunicazione cose, idee, persone, luoghi).
Avevo ammirato l’opera di Calatrava a Venezia e Reggio Emilia, ma poi finalmente lo scorso anno riesco ad andare a Valencia e vedo (e fotografo) di persona quel progetto meraviglioso realizzato per la sua città natale l’Auditorium e il Planetario per la Città delle Arti e delle Scienze. Un complesso architettonico di rara intensità e poesia. Già l’idea di sfruttare come location, l’antico greto del fiume deviato, è geniale e dà grande merito non solo a Calatrava ma a tutti gli amministratori della città.
Appena tornato, scrissi una poesia (un acrostico) dedicato a Santiago Calatrava, poi in questi giorni ho scritto il testo critico, e poi ho messo insieme il tutto. E ne è nato un piccolo gioiello monografico e multidisciplinare sull’Artista/Architetto.
G.G.: Ultima domanda: dal tuo essere poliedrico possiamo aspettarci anche un formato cartaceo?
D.D.P.: Gianluca tu mi leggi nel pensiero… in effetti ci stiamo pensando, io ho sempre pensato che i due mezzi di comunicazione (cartaceo ed e-book) non siano in antagonismo ma debbano collaborare ed integrarsi, l’uno a sostegno dell’altro. Certo che le attuali norme editoriali e fiscali non favoriscono né la diffusione di una cultura digitale, né la protezione di un mercato editoriale classico che danneggia soprattutto le piccole librerie indipendenti che restano il cuore pulsante della diffusione della cultura.
G.G.: Buona lettura e buona visione!
2018