La morte, il tempo, gli intrecci che esso tesse, con pervicacia e indifferenza alle umane sorti. Questi i temi centrali della raccolta di racconti Del tempo e dell’esistenza di Angela Nese. LargoLibro Editore, piccolo e coraggioso editore libraio di Agropoli, manda alle stampe quello che si intuisce essere il frutto di letture forti, siano esse letture di pagine letterarie siano esse letture di pagine filosofiche. Racconti che, come dice la stessa Nese, hanno avuto una genesi protratta nel tempo, dieci anni per l’esattezza. E se questo arco di tempo si riflette indubbiamente in sfumature di stile di cui si avverte l’evoluzione, si riflette altresì in qualcosa di molto evidente e cioè una ricerca insistita e insistente che lascia domande aperte.
Racconti filosofici, racconti a tesi. Comunque li si voglia definire, quelli di Del tempo e dell’esistenza sono racconti che meritano attenzione. Alcuni più di altri. Perché se è vero che in alcuni di essi si ravvisa una certa ingenuità (nel senso etimologico del termine, ovverosia innato) in altri si fiuta una già matura riflessione che diventa una altrettanto matura capacità di usare le parole.
La condanna di H. di fronte al Tribunale del Tempo, Cento righe di vita, La prospettiva del signor Friedrich sono dei piccoli gioielli. La forma del racconto breve è quella in cui Angela Nese calibra al meglio analisi, tempi, intrecci e ritmo. C’è moltissima della filosofia dell’occidente in queste pagine, molta di quella letteratura che, partendo da Borges per passare da Buzzati, sfiorando in alcune pagine echi di un certo fine ‘800, si è interrogata e attorcigliata tra le spine del più grande enigma, del più grande inganno e del più grande tessitore: il tempo.
Che si fantastichi di poterlo gestire, di poterne usufruire, di non averne abbastanza, di evitarlo o di superarlo, è e resta il “motore immobile” di ogni pensiero. La sua presenza è ritmo, la sua assenza eternità, cioè l’altra faccia della morte. E tutto questo è ben presente nei racconti della Nese che come dice giustamente Nicola Vacca in un suo articolo, racconta il tempo come un mistero “con le sue contraddizioni e i suoi buchi neri”.
Alla fine si arriva a comprendere che il tempo non finisce ma conclude e che questa è semmai l’unica sfida che possiamo e dobbiamo accettare se non vogliamo restare prigionieri della mentalità. Quella cosa che ci fa girare in tondo, senza ritmo e senza scampo. Mettere insieme il tempo e l’esistenza è un rischio che Angela Nese ha corso raccontando, talvolta forse in modo quasi inconscio, come l’uno e l’altra non siano una unità ma, al contrario, una dualità che possiamo, se riusciamo, vivere scrivendola. Come sa bene Adam Evans, protagonista del racconto Cento righe di vita che “fu in grado di leggersi mentre viveva”
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Racconti
LargoLibri
2018
110