Per un pugno di arance – Francesco Papa
C’è un mondo che non sgomita per emergere, ma che se ne sta dietro le quinte e si autoalimenta. Le persone che lo abitano creano una comunità che segue i propri riti, che cura i propri tormenti, che trasforma le disavventure in ironiche leggende da tramandare ai posteri. Alcune di queste stimolano le fantasie dei giovani scrittori, che armati di penna e creatività fanno del piccolo mondo nel quale abitano, un luogo ricco, mai statico, sempre capace di reinventarsi.
Per un pugno di arance, il romanzo di Francesco Papa, è tutto ciò che ho detto sopra. Lui abita a Grisolia, piccolo borgo del Tirreno cosentino. Qui riveste anche la carica di vicesindaco, ma questo è un aspetto secondario. Infatti, lo stesso autore ci tiene a sottolineare che il suo amore per la letteratura è nato da bambino, così come la passione per la scrittura.
Papa ambienta il romanzo nella sua Grisolia, nell’anno 1976, quando lui neanche era nato. Immagina che a sconvolgere la tranquilla vita della comunità alto-tirrenica sia la notizia di alcuni terroristi che, partiti da Milano, viaggiano verso Sud a bordo di un convoglio che farà sosta anche nella stazione del borgo. Gli uomini del maresciallo Giampiero D’Alessandro, della locale stazione dei Carabinieri, dovranno arrestarli. Il giovane scrittore ci racconta tutto con molta ironia, condendo la trama di tutti quegli elementi grotteschi che caratterizzano la vita del paese, resa unica da personaggi particolari, incarnazione dei vizi e delle virtù delle aree rurali. Ma ciò che voglio sottolineare è che non siamo in presenza di un diario dei ricordi, infatti, le fonti di ispirazione del nostro autore sono di tutto rispetto. C’è un pizzico di Verga, un po’ di Sciascia, di Salvatore Satta e quel gusto tipico di Calvino per la semplicità. Insomma, il romanzo di Papa sbalordisce per la capacità di amalgamare fatti e misfatti della piccola comunità alto tirrenica, senza dimenticare che si tratta di un’opera di fantasia.
Ma fin dove arriva il confine tra realtà e fantasia? Non siamo davanti a un romanzo-denuncia o che tende a sbeffeggiare la provincia, meglio ancora la periferia di una provincia della periferica Calabria, bensì, siamo davanti a un’opera di conservazione genuina di un microcosmo che, attraverso la creatività dell’autore, partecipa alla storia nazionale e del mondo.
Papa dimostra di avere una capacità: la critica decostruttiva del suo tempo, ossia, quel tentativo di effettuare un’analisi della mentalità, mai stereotipata, ma in continuo mutamento, anche se le origini non vengono mai dimenticate.
narrativa
Pav Edizioni
2018
116