Maria Grazia Palazzo e Andromeda. Quando la poesia è corpo
«Questo poemetto dedicato al femminile nella storia, indaga il vissuto sommerso, talvolta negato, ed il vissuto liberato a partire dai destini individuali: s’interroga sul destino non solo delle donne ma della comunità umana».
Con queste parole Maria Grazia Palazzo ci conduce nel cuore della poesia di Andromeda (I Quaderni del Bardo Edizioni, pagine 135, euro 10).
I versi della poetessa pugliese scavano nelle trincee dell’esistere. In compagnia di alcune voci alte della poesia femminile (Emily Dickinson, Silvia Plath, Claudio Ruggeri, Antonia Pozzi, Amelia Rosselli ), guardando a Andromeda che reca in sé qualunque donna di qualunque tempo, dimenticata e ignorata, Palazzo scrive testi crudi e spietati che costringono le parole a essere vigili davanti alla deflagrazione del loro significare.
C’è un pensiero forte e strutturato dietro la scrittura di Maria Grazia Palazzo. Il risultato è una poesia che non teme di cadere negli abissi delle parole che chiamano tutto con il loro nome.
In Andromeda la poesia si fa lotta (diventa corpo) e ha il compito di affrontare a viso aperto «questioni seppellite senza rimedio».
Poesia coraggiosa che non ha paura delle viscere e del dolore che ci riguarda. Maria Grazia Palazzo usa il machete per scagliare le sue parole e in ogni verso affonda la lame nelle questioni immanenti che sbranano il nostro universo: «A tratti misuriamo il vuoto, / dal punto più cruento, piangiamo / le regole del gioco dei tentati / approdi, che chiamiamo invasione».
Tra canti e controcanti, qui si scava a cuore aperto nel dolore individuale e universale degli uomini e del mondo. La voce del poeta non tace e non cerca di addolcire le parole.
La poesia di Maria Grazia Palazzo è una lingua in rivolta, una collezione di tagli che non cerca nessun addomesticamento.
I suoi versi alimentano un fuoco per appiccare incendi. Lei non è interessata alle narrazioni di forme concave e convesse in questo squallido mercato del dareavere che è diventato il nostro mondo.
Andromeda è il libro di una voce poetica autentica che azzarda parole a garanzia dell’uomo.
Maria Grazia Palazzo è una poetessa che non ha paura di maneggiare le parole scomode (quelle che i soliti perbenisti condannano come impronunciabili) per metterci davanti al nostro requiem in terra che ha la bocca ventriloqua dello spavento del primo vagito.
Poesia
I Quaderni del Bardo di Stefano Donno Editore
2018
129