Carifi, un poeta unico tra parola e pensiero
Roberto Carifi, poeta e filosofo, si muove da anni in territori di ricerca originale. Egli appartiene alla generazione degli autori dell’età di mezzo. Ma la sua opera è appartata e riflessiva.
Dal buen ritiro della sua amata Pistoia, Carifi scrive in poesia e in filosofia cercando sempre, in ogni sua opera in versi e in prosa, di fortificare l’intreccio tra la parola e il pensiero.
Senza la poesia non può essere compresa la filosofia, perché la poesia è la forma più alta del pensiero. Il poeta toscano, seguendo la realtà illuminata di questa inconfutabile verità, con ogni suo libro (Le parole e il pensiero, Occidente, Amore e destino, Europa, Amore d’Autunno, Il gelo e la luce) ha costruito una riflessione poetica sui temi fondamentali delle problematiche filosofiche cercando nel sentimento mistico di una sentita religiosità la via da seguire per apprezzare la poesia come luogo dell’anima.
Carifi in ogni suo libro con coerenza percorre i sentieri della spiritualità e dell’interiorità e la dimensione poetica che ne scaturisce si arricchisce di un ulteriore messaggio mistico tutto da approfondire.
Nelle sue poesie il poeta e il filosofo si ritrovano a conversare sulle ombre e sulle luci del sentimento tragico e allegro della vita.
Il nulla, il vuoto interiore si incontrano nel Silenzio di Dio non come categorie pensanti, ma come stati d’animo da contemplare con la liturgia della parola.
Carifi interroga il Silenzio di Dio, vuole strappare a quel messaggio divino una promessa di redenzione (La parola che fu pronunciata / la più logora delle parole, / passata di bocca in bocca/prendila per mano / che affiori alle labbra dei morti, / conducila dove è prescritto il silenzio, / dove in un lume grigio/si decompone il giorno).
Questo è uno dei temi fondamentali della sua poesia. Carifi è un poeta vitale e vitalista che crede nel dialogo amoroso con ogni cosa dove «Esatta è la parola / che viene a noi dal bene».
In occasione dei suoi settanta anni esce Amorosa sempre. Poesie (1980 – 2018) (La nave di Teseo, pagine 357, euro 18). Un ampio volume antologico che raccoglie la maggior parte delle poesie pubblicate e una scelta significativa di testi inediti (la veste grafica lascia a desiderare e la carta è di pessima qualità. Ma tutti i libri de La nave di Teseo non sono belli da vedere e da sfogliare).
Carifi è un poeta che quando scrive sa benedire la parola. I suoi versi ci raggiungono con un particolare stato di grazia e una unicità metafisica che tendono sempre a una meraviglia struggente che affonda in un romanticismo puro.
«Le parole della poesia – scrive Giulio Ferroni nella prefazione – possono dire questo spazio oltre lo spazio, questo nulla abitato dalle anime, solo riconnettendo figure, oggetti, ricordi: procedendo per via di negazione, ma affermando così la persistenza dell’amore, di contro al degrado di un mondo in rovina».
La parola nella poesia di Roberto Carifi è il segno impenetrabile che galleggia quando tutto si spegne.
Nel vuoto, che trapassa da parte il cuore ferito dell’uomo, la sua segreta oscurità rivela la luce di una preghiera da rivolgere al Dio degli uomini e di tutte le cose (Dio delle cose mute e delle cose buone, / Dio dell’amore che non afferra, / della stella accesa e della stella morta, / Dio del pianto e della luce, / senza nome e in ogni nome amato/lasciami come un fiore abbandonato/senza perché nell’abbandono).
Il gelo e la luce nei versi di Carifi scandiscono il cammino dell’esistenza: tra notti siderali, vertigini del Vuoto e stelle di terrea notte, che si affacciano alla finestra del silenzio, Carifi si avventura per cercare l’uomo nel sogno improvviso di ombre colme di luce.
La luce a cui il poeta presta la sua sensibile attenzione è quella che giunge dalla preghiera (Sia fatta la volontà, /quella dell’anima che non vuole nulla / e lascia che ogni cosa sia benedetta nel suo fiorire/quando fiorisce nel sole e nella notte, / quando resiste al gelo della vita, / sia fatta la volontà della mia morte / sorella dell’anima e del cuore, / che tutto sia fatto finalmente amore).
Finalmente, nel vuoto e nel dolore quotidiano, troviamo la strada per metterci in cammino sul Sentiero dell’Assoluto: la poesia, preghiera di luce è l’unica risposta alle inquiete e drammatiche interrogazioni che il gelo della vita semina sulla Terra devastata dalla morte del cuore e dell’anima, sulle quali vigila sempre il Silenzio di Dio.
L’Artefice, il Grande Comunicatore che non smette mai di parlare con le sue creature abbandonate alla furia devastante del nulla.
Nicola Vacca
Poesia
La Nave di Teseo
2018
357