Con Cees Nooteboom sull’isola della poesia
L’ olandese Cees Nooteboom è uno dei più grandi scrittori viventi. Qualche anno fa ho avuto l’onore di incontrarlo a Treviso in occasione della prima edizione del premio europeo di poesia organizzato e voluto da Paolo Ruffilli.
Parlammo a lungo, durante una cena piacevole, di libri e letteratura. Mi disse che per lui la poesia è un momento di illuminazione e di penetrazione nel divenire, una lancia da spezzare nel cuore dell’uomo per renderlo migliore agli occhi di un disordine esistenziale sempre più aggressivo e invadente.
Da Einaudi nella collana bianca è appena uscito L’occhio del monaco, il nuovo libro di versi tradotto da Fulvio Ferrari.
Trentatré poesie scritte dal poeta su una piccola isola del Mare del Nord dove tutto il giorno batte un vento forte illuminato da un faro, l’unico spiraglio di luce di questo luogo solitario.
Immagini, miraggi, sogni in cui Nooteboom si perde per scavare nelle profondità del canto dell’essere e dell’apparire dove la memoria incontra il caos e l’inquietudine dell’esistere.
Lo scrittore olandese scrive poesie da un sogno a occhi aperti. Qui è un naufrago della vita che si confronta con le voci del mondo dall’isola della poesia che gli suggerisce parole che interrogano il nostro destino.
Nella notte dell’isola la luce del faro guida la mano del poeta, anche se la nebbia è fitta e il rischio di smarrire la direzione è alto.
Da un punto lontano della vita il poeta scrive versi sentendosi distante da un mondo di cui noi uomini siamo l’inganno e la fine.
In questo nuovo libro Nooteboom interroga se stesso nella completa solitudine. Le sue poesie scavano nella condizione umana partendo dal realismo magico di un sogno che naufraga in un mare dove tutto sembra aver perso la sua rotta.
«La legge d’inerzia, quando invisibile / un verso giunge a noi da un nulla / che vuole altro, ma cosa? /Domandalo e lo otterrai, qualsiasi cosa tu voglia».
Trentatré sogni per trentatré poesie per di noi miserabili umani « razza senza passaporto» che ogni giorno continuiamo a uccidere tutto quello che amiamo, annegando da uomini assenti «finché morte non sopravviene».
L’occhio del monaco è il libro di uno straordinario cultore dell’immaginazione che si illumina ogni giorno di poesia per cercare di dare vita a ciò che non è visibile da tempo.
La poesia per Cees Nooteboom è un’isola che offre infinite possibilità di approdo, e il poeta, nonostante tutto quello che svanisce, ha il dovere di fare ovunque luce.
Collezione di poesia
Poesia
Einaudi
2019
88