La poesia fuori dai luoghi comuni di Chiara Evangelista
Di Nicola Vacca
Per Chiara Evangelista la poesia sarà sempre il talco sulla cenere. In questi giorni esce Più probabile che non (I Quaderni del Bardo Edizioni), il secondo volume di versi della giovane poetessa salentina.
Dopo l’esordio felice e promettente di In medias res, arriva questa raccolta e Chiara si conferma una voce nuova e innovativa della poesia italiana di questi giorni.
La sua è una poesia fuori da ogni retorica e convenzione. Ogni suo verso libera il linguaggio, inventa una lingua nuova che scava dentro il significato delle parole.
Chiara Evangelista gioca con le parole, sperimenta del verso il significato e il significante, con una leggerezza incisiva affonda la penna nel presente donando al reale l’attraversamento di intuizioni fertili.
«I versi di Chiara Evangelista – scrive Tomaso Kemeny nella prefazione – tendono a misurare un paio di ceffoni indolori a quei lettori che pensano che non vi sia nulla di più profondo e significativo della logica dei pensieri convenzionali. Nei suoi versi la virtù intuitiva libera il linguaggio dalla necessità di evocare cose in favore di un’energia costruttiva che rifiuta di farsi ridurre alla mimesi del reale».
Nel rapporto tra linguaggio e verità la poesia di Chiara Evangelista trova le infinite ragioni di essere testimonianza.
La sua è una sperimentazione sui contenuti e mai sulle forme. Più probabile che non è un gioco infinito con le parole e Chiara è una poetessa che si prende cura di esse.
Perché le parole, soprattutto per un poeta, sono importanti e servono soprattutto a non abituarsi a nessun tipo di conformismo.
Chiara Evangelista è l’artefice di una poesia che sa stare lontana dai luoghi comuni. La sua sperimentazione sa inventare giochi linguistici che scavano nel cuore delle parole. Sulla pagina arriva nella sua essenzialità quella sottrazione che fa la differenza ed è soprattutto poesia vera.
«Sperimentare la poesia – scrive Donato Di Poce nella postfazione – vuol dire vedere oltre la realtà. Andare oltre le parole e il segno, è scoprire ciò che è al di là del testo e della grammatica, sperimentare un’altra vita e un altro livello di sentimento e humus cognitivo, e Chiara lo fa in maniera esemplare, tanto da richiamare alla mente il concetto di “felicità mentale” tanto caro alla compianta Maria Corti, fino a raschiare il fondo di una scrittura borderline».
Più probabile che non è la conferma che Chiara Evangelista è una poetessa che sta crescendo. Noi continueremo a seguirla nelle sue intelligenti sperimentazioni.
Poesia
Poesia
I Quaderni del Bardo di Stefano Donno Editore
2019
58. Rilegato