“La voce delle onde” di Yukio
Mishima.
“Era come se il battito del suo sangue giovane fosse sincronizzato col
movimento delle grandi maree”…
La voce delle onde
Di Yukio Mishima
Traduzione di Liliana Frassati Sommavilla
Romanzo pubblicato nel 1954 con il titolo originale SHIOSAI, riproposto nella collana Universale Economica Feltrinelli, 2016.
Discepolo del premio Nobel Yasunari Kawabata e ardente combattente nazionalista che finì la sua esistenza con un suicidio rituale dopo il fallimento di un’azione sovversiva a capo di un gruppo paramilitare da lui creato, Yukio Mishima, nato Kimitake Hiraoka (Tokyo 1925- Tokyo 1970), scrittore, drammaturgo, saggista e poeta giapponese, ci regala un romanzo d’amore che evolve come una marea inarrestabile trascinando il destino di due ragazzi innamorati.
La spiaggia di Uta-jima –l’isola del canto- un luogo così piccolo che ha una costa “lunga meno di tre miglia” è lo scenario dove Shinji, un ragazzo bruciato dal sole, viene folgorato dall’incontro con una fanciulla venuta da lontano. Durante un tramonto, con il mare d’inverno che si riempie di schiuma bianca, il suo sguardo si ferma all’improvviso su qualcosa d’insolito e bello. Lì, ferma sulla spiaggia c’è una donna che se ne sta appartata da tutti e guarda il mare in silenzio. Nell’isola, Shinji è abituato a vedere soltanto ragazze vivaci e chiassose ma questa donna invece, con lo sguardo perso in lontananza, mentre i suoi capelli sventolano liberi come i suoi pensieri, s’illumina davanti ai suoi occhi come un faro in una notte di tempesta. Agli occhi degli altri lei potrebbe apparire distante, sfuocata e quasi irraggiungibile ma per Shinji il suo silenzio è una novità irresistibile, un invito ad avvicinarsi, un richiamo antico che lo seduce, stregandolo, conducendolo a scrutare da vicino il viso di quella creatura che resta immobile rivolta al mare e che sembra parlare con gli dei. Sotto un cielo di fuoco Shinji perde la sua libertà e resta legato per sempre a quella presenza sottile che sembra aspettare qualcuno che deve ancora arrivare. L’amore di Shinji nasce nel silenzio della donna e dalla voce delle onde che gli sussurrano che ha davanti a sé la sua compagna di vita, quella regina che ha toccato il suo cuore. Dopo quel fugace incontro, il cuore di Shinji conoscerà il dolore della passione e dell’attesa e passerà notti insonni sentendo il mare in lontananza. Lei, Hatsue, la bella ragazza che Shinji non aveva mai visto, è in realtà nata sull’isola ma era stata mandata via. Ora è ritornata per fare compagnia al ricco padre morente. Come tradizione tra i popoli pescatori, suo padre adotterà l’uomo che la sposerà però quell’uomo dovrà essere un uomo della sua stessa condizione.
Con questo istante di magia dove due amanti s’incontrano davanti al mare, comincia la storia d’amore tra Shinji e Hatsue che Mishima descrive con infinita delicatezza. È una passione che cresce ed evolve tra le giornate pacifiche di un villaggio di pescatori, abbattuto da tempeste, violenti temporali e burrasche mentre i loro abitanti, forti come rocce ma con un cuore che vibra con il ritmo del mare, si affidano agli dei. Le donne, tuffatrici di ostriche e pescatrici di perle, sedute in spiaggia, ridono a seno nudo e sfidano la potenza del mare mentre scendono nelle profondità come regine degli abissi. Gli uomini lottano invece con il mare, comandando le loro navi, cavalcando le onde e portando a casa il pane quotidiano. Shinji partirà seguendo il suo destino marinaio mentre Hatsue farà parte di quelle amazzoni che donano al mare la loro bellezza mentre trattengono il respiro e s’immergono nelle acque gelide prede di un’esperienza mistica dove “le attendeva la sensazione fredda e soffocante di una corsa senza respiro, l’inesprimibile agonia del momento in cui l’acqua penetrava a forza sotto gli occhiali, l’orgasmo e il subitaneo timore di un collasso che s’impadroniva di tutto il corpo proprio quando un’ostrica era quasi a portata di mano”. Hatsue e Shinji condivideranno soltanto una conchiglia che sarà per loro simbolo e promessa di un amore vero e puro e di una passione che aspetta di essere benedetta. Le lacrime, le tempeste, i sogni premonitori e gli dei avranno modo di avvicinarli ma dovranno lottare contro tutto e contro tutti. I due amanti aspetteranno e pregheranno l’uno per l’altro aspettando fiduciosi come si aspetta la primavera. In questo libro, Mishima ritrae la vita e le tradizioni di un popolo che nasce e muore nel mare. Lui, un uomo di città, saprà trovare le parole per descrivere un luogo lontano dal mondo, ma anche ci farà sentire i suoi sentimenti, quelli che hanno marcato la sua vita, a partire dalla sua infanzia infelice, trasmettendo solitudine e dolore con parole che fanno intravedere le sue esperienze personali di sofferenza e disamore. Da bambino, Mishima ha subito le attenzioni morbose di una nonna ossessiva e iperprotettiva, e lo racconterà nel suo libro “Confessioni di una maschera”. La sua esistenza adulta però verrà resa infelice dalla sua omosessualità latente, dal suo non poter mai dimostrare pubblicamente il suo amore nei confronti di altri uomini. Sarà per questo che in quest’opera cerca di dare una voce al suo silenzio e di trasmettere tutti i sentimenti che teneva per se. Sarà anche per lui la voce del mare a raccontare i suoi segreti e a dare vita all’amore.
Claudia Janneth Baquero
UE
Letteratura
Feltrinelli
2016
176