Vi sono dei casi di talento così espliciti e così ricchi che a volte è difficile solo pensare di parlarne o di scrivere una recensione per lodarli, perché ogni parola sarebbe superflua e non aggiungerebbe niente a quello che già di per se abbiamo davanti ai nostri occhi in modo così palese. Proprio come sta accadendo ora a me che sono qua a cercare di spiegare la grandezza e la forza di un libro quale è “Saghe Mentali” di Caparezza e Monina. Suppongo che in questo caso, la cosa migliore da fare sia abbassare di una tacca il senso critico della recensione e aumentare quella della passione e dell’ammirazione, sperando di trasmetterle a chi leggerà. Non è un punto di vista oggettivo e lo riconosco, ma ripeto: ci troviamo di fronte ad un così concentrato di talento variegato e originale che si potrebbe tranquillamente non parlarne ed esso si manifesterebbe ugualmente.
Pubblicato nel 2008 e ristampato dieci anni dopo, introdotto da una nuova prefazione da parte dell’autore, “Saghe mentali” è la conferma e la dimostrazione di come un’artista come Michele Salvemini in arte Caparezza sappia esprimersi in formati diversi che non siano quello di una canzone o di un disco e soprattutto di come lo sappia fare con un’originalità strabordante tanto quanto la grande massa di capelli ricci che contraddistingue il suo look. Se si pensa che prima il suo nome d’arte era Mikimix, aveva la faccia pulita e i capelli cortissimi e scriveva canzoni banali e commerciali verrebbe quasi da paragonare il tutto ad una versione 2.0 del mito di Sansone, l’uomo la cui chioma folta determinava la propria forza.
Nell’estate del 2004 Caparezza ebbe un grandissimo successo con il brano “Fuori dal tunnel”, canzone che criticava un certo tipo di divertimento costruito ed imposto e paradossalmente diventò quasi un pezzo simbolo di quel tipo di svago tanto criticato. Anche un brano quale “Vieni a ballare in Puglia” andrà incontro ad un vero e proprio fraintendimento mediatico, ma non saranno le uniche due eccezioni della sua carriera. E proprio ispirandosi a questa mala interpretazione dei suoi testi, sempre ricchi di giochi di parole, citazioni, calembour, ecc, Caparezza prende tutte le liriche dei suoi allora quattro dischi in circolazione e le trasforma nelle sue “Saghe mentali”, un libro diviso in quattro parti tutte diverse tra loro per impaginazione, struttura, immagini, disegni e metodo narrativo: “?!” è accompagnato da un finto diario segreto in cui viene raccontata la sua genesi, “Verità Supposte” è corredato da fiabe ispirate al tema trattato delle canzoni, “Habemus Capa” è una vera e propria rivisitazione della Divina Commedia e “Le Dimensioni Del Mio Caos” è concepito come un vecchio romanzo di fantascienza della serie Urania.
Solo nel riassumere velocemente cosa trovarsi all’interno di “Saghe Mentali” c’è da che rimanerne stupiti poiché gestire e saper tratteggiare un progetto così particolare non è un’operazione facile. Ma basta solo sfogliare le prime pagine per rendersi conto di avere a che fare con un lavoro divertente, pungente e contornato di momenti agrodolci e ricchi di riflessione, che fa impallidire per la mole di storie e trovate fantasiose che esso contiene. Verrebbe da pensare che Michele Salvemini e Caparezza siano due identità distinte che si sono unite per concepire un progetto in comune o che all’interno della folta capigliatura del cantante sia nascosto un esercito di mini troll a suggerirgli le idee. Non può essere un’unica persona ad aver partorito tutto quanto.
Caparezza può non piacerci per il suo modo di cantare e fare musica, per il suo pensiero ed il modo di esporlo, ma questo libro è ancora di più una dimostrazione perfetta del suo immenso talento, così grande che le definizioni “cantante”, “musicista” o, più limitante, “rapper” siano totalmente inadeguate per descriverlo.
Musica
Rizzoli
2018
309. Illustrato