Di Piero Dal Bon
Burlesque patafisica
S’inchinò collo spolverino e il papillon rosso a pois quello che aveva messo a * quando il Re Unno gli aveva consegnato l’astrusa coppa bicornica
ma dopo la visita medica al servizio militare; si piegò e scoccò quel suo servizio geometrico, e radente, dopo aver sogguardato- oh di sottecchi- l’avversario bianco; inesistente.
Corse, passi rapidi, qualche finta animale, verso la rete, afflosciata dall’umidità greve di pesanteur e afrori tropicali; e simulò una volèe di rovescio, in morbida delicatezza smunta, poi un drop-shot, a forastica andatura scialla: ‘na smorzata di noncalente souplesse.
Convessa, luna a tracolla, ingialliva con lentezza giuliva e atroce…
Dallo spigoloso bidone delle spazzature (…banane e lamponi e crackers e siringhe riciclabili; qualche assorbente: a chiazze di sollecito mestruale…) di quella calletta spenta e acre di un’odore di orina arcana uscì un gatto persiano- di nome Babaloo al buon baloon- miagolando foschi ammusonimenti. L’applauso fu vasto e lungo e interminabile: oceanico: a strie di bava di battigia erosa.
Alzò, dunque, le braccia verso i balconi, chiusi, e le serrande, abbassate, e le insegne delle notti (oh assai andate…), in un tripudio bipolar.
Ma acconsentì alla Gloria; vi accondiscese. Quindi.
L’immagine di copertina è The Shipwreck, di William Turner, 1805