Giovedì 9 maggio, alle ore 17:30, presso il Gran Caffè Schenardi, sito in Corso Italia 11/13 (VT), avrà luogo la presentazione del libro di Armando Micheli “Somalia, Mogadiscio. Il mio 2 luglio 1993”.

Dopo una breve introduzione da parte di Giusy Federici, giornalista freelance esperta in tematiche militari, la parte centrale della serata sarà dedicata a una serie di domande che Francesca Spagnolo, Dott.sa in lettere moderne, scrittrice freelance e moderatrice della serata rivolgerà allo scrittore. Al termine della presentazione sono previsti dieci minuti in cui il pubblico potrà intervenire, rivolgendo personalmente domande all’autore. Chiudono l’evento buffet e brindisi.

 L’opera di Micheli, edita dalla casa editrice Sette città nel 2018, viene scritta a distanza di 25 anni da quando si sono svolti i fatti, diviene quindi elemento essenziale la mediazione della memoria di chi scrive.

Il libro, come affermato più volte dall’autore, non pretende di avere una valenza storica, in quanto è il resoconto dell’esperienza personale vissuta dallo stesso durante la Battaglia del Pastificio. Dopo una dura preparazione, Micheli, allora giovane soldato venticinquenne, si accinge a partire per la sua prima missione. Correva l’anno 1993 e la destinazione era Mogadiscio, in Somalia.

Lo scrittore descrive minuziosamente la situazione che gli si para davanti: sensazioni personali, riflessioni, ricordi, farciscono la narrazione, dando al lettore la sensazione di ripercorrere assieme all’autore quell’esperienza così forte che lo segnerà in maniera indelebile. La polvere di Mogadiscio, il puzzo nauseabondo e la miseria palpabile in ogni dove, fanno da cornice alla storia, una storia drammatica, nella quale perderanno la vita anche soldati italiani.

È un libro che consente un alto livello di immedesimazione, scorrendo le pagine si avrà come la sensazione di ripercorrere indietro nel tempo una storia che non ci appartiene personalmente, ma che ci viene raccontata da terzi e che, passo dopo passo, diviene un po’ anche nostra. Il potere della scrittura di Armando è fortissimo e non permette al lettore distrazione alcuna tanto riesce a tenere alta la sua attenzione.

I temi trattati hanno un altissimo valore morale in quanto, il giovane soldato, fiero di rappresentare la propria nazione, si interroga su temi delicati, che vanno a scalfire l’animo umano in profondità. A seguito di uno scontro cruento, in cui perderanno la vita molte persone, sia tra i guerriglieri somali che tra i militari italiani, l’autore si interroga su cosa sia effettivamente la guerra, sul senso della vita e sul relativo significato della morte. È un libro che fa riflettere su tematiche che troppo spesso vengono date per scontato ma che, quando si è distanti chilometri e chilometri dalla propria terra, dai propri affetti e dalla propria realtà quotidiana, divengono essenziali.

Come sostenuto dal protagonista, quest’esperienza lo formerà moltissimo dal punto di vista professionale e sarà una sorta di trampolino di lancio per affrontare con determinazione e raziocinio le missioni future. 

Da precisare che, nonostante si tratti di un libro che parla di guerra, non è assolutamente un libro che incita alla stessa, anzi. L’accento viene posto proprio sull’illogicità della guerra, sebbene talvolta inevitabile ed essenziale.

Usando una scrittura cristallina, diretta e accattivante, l’autore riesce anche a far sorridere colui che legge, alternando aneddoti esilaranti a battute sagaci. Quest’espediente rende così la narrazione meno pesante e molto più scorrevole.

Recensito sul sito Difesa Online e su L’Ottavo, Somalia, Mogadiscio è il primo libro di Armando Micheli, che non esclude di scriverne altri. Il materiale e la voglia ci sono, forse si tratta solo di trovare il tempo e il momento giusto per iniziare.–