Alessandra Tarquini, tra le maggiori storiche d'Italia, è professore associato di Storia Contemporanea e studiosa di storia dei sistemi, dei partiti e dei movimenti politici. Autrice di numerose pubblicazioni di carattere storico, collabora con Rai Educational

Vini artigianali italiani è un libro di Armando Castagno, Giampaolo Gravina e Fabio Rizzari, uscito per un piccolo editore, Paolo Bartolomeo Buongiorno, che esprime un’idea semplice e forte: raccontare un vino attraverso le parole e le immagini. Ogni pagina descrive uno dei 118 prodotti scelti dagli autori ed è accompagnata, alla sua sinistra, da una foto. Si tratta di opere di autori importanti, dal XIV secolo ai giorni nostri, ma anche di lavori di sconosciuti, che incontrano vini diversi aiutandoci a conoscerli. In un certo senso i quadri, le istallazioni, le immagini sulla pagina di sinistra sono lo scenario del vino descritto sulla pagina di destra.

Il libro, come si presenta. (Foto presa da Ilvinoracconta.it)

Non è, dunque, una storia del vino o una riflessione sul vino nella storia dell’arte. Gli autori del volume ci invitano a bere un Dolcetto o una Malvasia e a guardare un quadro di Matisse o di Monet entrando o anzi sprofondando, come scriveva Achille Bonito Oliva, nell’opera. In effetti, in queste pagine ben scritte, corredate da immagini curate, e da una dotta introduzione, la storia dell’arte e il vino non descrivono un’epoca, quanto, piuttosto, ci portano a pensare che i nostri sensi non sono organizzati in modo gerarchico, come ci spiegano le scienze cognitive, e dunque che la vista non viene necessariamente prima del gusto ma anche che la storia dell’arte, quella del vino, la storia tutta, è un insieme di esperienze.

Così sarà più chiara l’associazione fra il Trebbiano Tunia, prodotto vicino ad Arezzo, e l’opera di arte povera senza titolo realizzata da Jannis Kounellis nel 2017. Capiremo perché il Cesanese del Piglio Mola da piedi ricorda i lavori della pittrice Antonietta Raphaël, fondatrice con suo marito Mario Mafai della scuola romana. E immagineremo una quercia: quella di Fontainebleau, dipinta da Claude Monet nel 1865, ma anche quella della cantina Dryaz, di un signore italiano che, alle soglie dei quaranta anni, ha deciso di cambiare vita: ha lasciato la direzione di alcuni villaggi turistici in Toscana e si é reinventato viticoltore in Irpinia. Nel farlo, ha incontrato una quercia e ha prodotto un ottimo metodo classico brut. È una storia italiana e una storia di artigiani che lavorano. 

Vini artigianali italiani Book Cover Vini artigianali italiani
Armando Castagno, Gianpaolo Gravina, Fabio Rizzari
Vini, arte, divulgazione
Paolo Bartolomeo Buongiorno
2018