Luca Morettini Paracucchi, nato il 24 febbraio 1988. Lucchese da tutta la vita, Viterbese da qualche tempo. Ho una passione molto forte per ciò che riguarda il cinema, la letteratura, la musica, il mondo dei fumetti e dell'arte in generale. Tra le mie passioni hanno un posto di rilievo il mondo del punk e certi aspetti della cultura cosidetta nerd. Scrivo da quando avevo otto anni, recentemente ho ripreso dopo un periodo di stop. Spero sia la volta buona

La storia del Titanic passa attraverso un doppio filo conduttore: l’intesse storico e, ovviamente, la tragedia. Ma tanto tragica è stata la sua vicenda, tanto l’interesse si colma d’intrigo. Perché non si tratta “soltanto” dell’affondamento di quella che, ancora oggi, è considerata la nave più lussuosa che abbia mai solcato gli oceani. La storia del Titanic è infatti una versione in scala ridotta della fine del mondo. Uomini, donne e bambini di ogni fede, nazione e stato sociale che si è ritrovata a dover affrontare la distruzione e sparizione di quello che era un mondo a tutti gli effetti. E’ l’umanità che crede di aver raggiunto il suo culmine per poi prendere coscienza della sua vera natura, quella di una creatura sostanzialmente imperfetta che si distrugge per sua stessa mano. In parte per cattiveria, in parte vanità, in parte boria, in parte proprio perché imperfetta.

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Verso la fine del suo bellissimo libro, Titanic. La vera storia, Walter Lord scrive a proposito della decisione dei membri dell’equipaggio e passeggeri sulle scialuppe di non tornare indietro per prestare soccorso alle persone che stavano morendo in mare: “Solo il numero 14 ritornò sulla scena del disastro. Perché le altre non lo abbiano fatto, fa parte del mistero per cui uomini uguali, in un’identica situazione, reagiscono in modo diverso”. E’ il senso di tutta la storia da lui immortalata in questo libro uscito nel 1955. Lord tratta con stile da romanzo delle azioni, le parole, i comportamenti avuti da quelle 2207 persone che la sera del 14 aprile 1912 per ben due ore lottarono disperatamente per salvarsi la vita, mente “l’inaffondabile” Titanic urtava un iceberg e lentamente trovava eterno riposo sul fondo dell’Atlantico.

Si salta da una persona all’altra tra nobili, industriali, camerieri, migranti, professori, milionari, spalatori di carbone e ufficiali. Tanti volti, molti dei quali finalmente hanno una descrizione proprio dentro queste righe e non spariscono nel dimenticatoio. Ogni passaggio di quella maledetta notte è descritto in maniera accurata: l’urto, i primi messaggi di soccorso inviati, le scialuppe approntate, il panico, l’orchestra che suonava, le reazioni degli uomini sul Californian (la nave che distava solo 10 miglia di distanza dal luogo della tragedia), l’affondamento definitivo, l’arrivo della nave Carpathia a soccorrere i naufraghi. Lord traccia una resoconto certosino ed accurato, a cui ovviamente manca la risposta alla domanda più importante di tutte: perché tutto ciò? Ma dice bene usando la parola mistero. Si può raccontare dettagliatamente tutto, ma non c’è modo di descrivere completamente l’animo umano.

Titanic. La vera storia è tanto avvincente nell’ambito della letteratura quanto per il cinema lo è stato il film di James Cameron. Capitano qua e là, durante la lettura, dei passaggi che sono stati smentiti con il tempo, anche a seguito del ritrovamento del relitto avvenuto nel 1985 che ha potuto rivelare molti più dettagli di ciò che accadde. Ma ciò non intacca minimante il suo fascino, il saperci trasportare sullo scenario di un fatto così grave che non solo portò moltissime modifiche alle leggi sulla navigazione, ma che più di tutto tracciò nella storia dell’umanità una ferita tanto invisibile quanto irreversibile.

Titanic. La vera storia Book Cover Titanic. La vera storia
Walter Lord. Trad. di C. Verga
letteratura, storia
Garzanti
2012
187 p., ill.