Un pomeriggio in ascolto
Di Chiara Olivucci
Ieri pomeriggio Luna e io siamo state a Saquignod, un paesino della Valle d’Aosta a 1674 metri di altezza, un posto fuori dal mondo dove vivono 7 (sette!) persone, anche se in estate si popola di vacanzieri e di amanti delle stelle. Sembrava di essere tornati indietro nel tempo in un’epoca che non riesco a definire. Era semplicemente bellissimo! Baite in pietra, porte in legno, fienili, pascoli: tutto curatissimo e perfetto, e a fare da cornice le montagne, come in un magnifico quadro. E di quadri ne abbiamo visti: quelli dipinti da P., l’artista pittore e scultore che ci ha ospitate nel suo splendido giardino offrendoci un tè e raccontandoci storie di lui e della Valle.
P. faceva il progettista di elicotteri ma ora abita in una baita in pietra e si dedica all’arte e alle camminate. Vive in un posto incantato, magico, talmente magico che ci hanno costruito un Osservatorio astronomico per guardare le stelle! Sì, le stelle: lì l’aria è pura e rarefatta e l’inquinamento luminoso totalmente assente, condizioni perfette per ammirare quegli splendidi astri.
Il tutto in una cornice meravigliosa, le montagne. Montagne che, appunto, sono uno dei soggetti principali dei quadri di P.: Monte Rosa, Cervino, Vinicunca (le coloratissime e uniche montagne peruviane). Entrare in quello studio mi ha riportata indietro nel tempo: odore pungente ma familiare di colori a olio, cavalletto, tavolozze, proprio come quelli che usava mio padre quando dipingeva. Le tavolozze ormai vecchie e da buttare, come le ha definite P., che per me sono piccole opere d’arte con quei colori mescolati “a caso” che sono serviti a dipingere immagini “fissate” per sempre nella tela. Colori vivaci, quelli di P., che comunicano serenità, allegria e gioia di vivere, catturando lo sguardo di chi li osserva. Viola e verde acceso i colori predominanti, quelli che almeno mi sono rimasti maggiormente impressi perché contrastano fortemente con quelli dei miei ricordi di bambina: i quadri di mio padre erano dipinti con colori tenui, delicati, a tratti cupi, e comunicavano sempre un fondo di tristezza e malinconia.
Nello studio, oltre a dipinti e sculture, una moltitudine di libri arredano le pareti, trasmettendo calore, amore per la lettura e “spessore” storico. Il tutto in una tipica baita valdostana, completamente in legno all’interno e in sola pietra all’esterno, come ci ha spiegato il padrone di casa. La vera casa valdostana è infatti tutta in pietra, come usavano fare gli antichi romani, che costruivano edifici che durassero nei secoli. E infatti ad Aosta i romani sono stati molto presenti e hanno lasciato traccia del loro passaggio in possenti opere tuttora visibili.
D’ora in poi Luna ed io sapremo che quando una baita è interamente in pietra è valdostana, mentre se la parte superiore è in legno è di origini germaniche (stile Walser).
P. è anche un appassionato di montagna e ci ha raccontato delle sue escursioni sui monti, dandoci utili consigli su dove passeggiare nei dintorni. Ci ha parlato di un laghetto color turchese in cui non vediamo l’ora di immergere piedi e zampe.
Anche a Luna è piaciuto molto fare la sua conoscenza: si è fatta accarezzare, ha perlustrato il giardino e la casa e si è stesa accanto a me ad ammirare il paesaggio ed ascoltare lo scampanellio delle mucche al pascolo mentre io seguivo incantata i racconti del nostro ospite.
Grazie P. per il tempo trascorso insieme, torneremo a trovarti e ti porteremo, come promesso, “Storie con Luna” da leggere a tuo nipote. È bello sapere che ci sono ancora nonni che amano leggere libri ai propri nipotini. Ed è bello incontrare persone gentili e disponibili che, senza averti mai visto, ti accolgono raccontandoti e mostrandoti parti della loro vita come se ci si conoscesse da sempre. Mi è sempre piaciuto ascoltare i racconti di chi ha più anni e più esperienza di me. C’è sempre tanto da di imparare. Sono episodi che fanno bene al cuore e danno una speranza per questo mondo in cui, ormai, si vive quasi esclusivamente sui social.
E ora, Luna, torniamo a casa ripercorrendo al contrario questa magnifica strada nel bosco. Guarda quanti abeti, guarda la neve sulle vette là in fondo. Che pace.