Studi di lettere moderne e filologia moderna all'Università della Tuscia. Scrive per Tropismi

Abusivismo edilizio: un fenomeno tutto italiano

Di Francesca Spagnolo

“Ordine e disciplina!” Era questo lo slogan del fascismo, peccato però che l’ordine e la disciplina dovessero essere rispettati solo dagli altri. È infatti proprio con Mussolini che in Italia nasce l’abusivismo edilizio.

Nel 1931 viene varato un enorme piano urbanistico, nonostante ciò vengono costruite al di fuori di esso ben 44 borgate.  Il fenomeno dell’abusivismo continua a caratterizzare il Bel Paese anche nei primi due decenni successi al secondo conflitto mondiale e, in questa prima fase, veniva tollerato poiché dettato da grandi esigenze abitative; il paese era povero e la demolizione delle abitazioni sorte abusivamente avrebbe creato una massa immane di sfollati. Si decise quindi di non intervenire. Ma, a differenza degli altri paesi, in Italia l’abusivismo edilizio continuerà a dilagare anche nei momenti di pieno benessere.

Roma e il Sud Italia sono stati i luoghi dove si sono perpetrati gli orrori peggiori: gli edifici sorti abusivamente nascevano a una velocità quasi incalcolabile, sino a creare interi quartieri. A Ventotene, in provincia di Latina, non è mai stato previsto un piano regolatore che decidesse come la città dovesse sorgere, di contro ogni costruttore faceva di testa propria, edificando quando lo riteneva più opportuno. In Campania, nel Parco Naturale del Vesuvio, si può incontrare un po’ di tutto: discariche – anche di sostanze tossiche -, materiale lapideo e poco più in basso si può scorgere il reticolo urbano, costruito ai piedi del vulcano. In Sardegna sono stati devastati irrimediabilmente luoghi di una bellezza artistica e naturalistica unica, soprattutto a causa dell’assalto alle case-vacanza. Al Nord Italia, invece, il fenomeno è stato più contenuto, grazie soprattutto all’intervento delle amministrazioni locali.

Superata la fase “di bisogno” l’abusivismo è diventato un modo come un altro per aggirare le leggi e arricchirsi abbondantemente, sebbene in maniera illecita, passando nelle mani delle grandi organizzazioni criminali – Mafia, Camorra e ‘Ndrangheta. Tra le cause principali che consentono a questo fenomeno di attecchire con così tanta costanza e violenza vi è la debolezza dello Stato e il non rispetto delle leggi varate in campo urbanistico.

Il tris dei condoni edilizi inizia nel 1985 con il socialista Bettino Craxi. Il secondo e il terzo hanno luogo sotto la presidenza di Berlusconi, nel ’94 e nel 2003. In questo modo tutti gli edifici sorti in maniera abusiva vengono equiparati a quelli nati all’interno della legge italiana. Il tutto si risolverà con delle spese immani da parte delle casse dello Stato e con la devastazione di luoghi dove non sarebbe stato possibile costruire. Infatti, tra i danni maggiori provocati dalle costruzioni abusive vi è   proprio la devastazione del paesaggio circostante, nonché la messa in pericolo dell’incolumità dei cittadini.

Berdini, nel suo interessantissimo e sempre attuale Breve storia dell’abuso edilizio in Italia, cita numerosi disastri ambientali, acuiti dall’incuria e dall’irresponsabilità umana.

Paolo Berdini. Foto dal sito Salviamo il paesaggio

È un libro interessante, che ripercorre fasi drammatiche di un paese violato nel corpo e nello spirito, il quale analizza, con lucidità e precisione, tutti gli scempi perpetrati sul territorio italiano. Scempi dei quali non si parla molto e che, nella maggioranza dei casi, passano in sordina finendo quasi subito nell’oblio.

L’autore, con un linguaggio semplice, alla portata di chiunque, riesce a esporre argomenti tecnici e farraginosi, il che rende quest’opera ancora più interessante ed importante, perché comprensibile a qualsiasi cittadino che voglia approfondire tematiche che, in un modo o nell’altro, toccano tutti da vicino.

Breve storia dell'abuso edilizio in Italia Book Cover Breve storia dell'abuso edilizio in Italia
Paolo Berdini
Saggistica
Donzelli
2010
Pp. VIII-169