Il sultanato di Erdogan.
Di Costantino Moretti
Per leggere l’interessante libro di Fravolini bisogna tener presente due importanti fattori.
Il primo riguarda l’architettura statale del Paese. La Turchia, sorta dalle ceneri dell’Impero Ottomano uscito sconfitto dalla I Guerra Mondiale, ha posto a fondamento del proprio sistema di governo una costituzione imperniata sulla laicità dello stato. I militari, da allora, si sono assunti il ruolo di custodi della stessa. Essi hanno esercitato tale ruolo nel 1960, nel 1971 e nel 1980 intervenendo per rovesciare i governi allora in carica, nella convinzione che le loro politiche non fossero in linea con i dettami della costituzione.
Il secondo fattore riguarda il ruolo geo-politico che la Turchia vorrebbe assumere nell’attuale congiuntura internazionale. A seguito della dissoluzione dell’URSS, la Turchia, nodo strategico per il controllo dei traffici da e verso l’Oriente e per i collegamenti tra il Mar Mediterraneo e il Mar Nero, cerca di assurgere a potenza regionale, rinverdendo i fasti dell’Impero Ottomano, utilizzando a tale scopo due leve: la lingua e la religione islamica.
E’ in questo quadro che deve collocarsi la figura dell’attuale uomo forte della Turchia: il Presidente Recep Tayyip Erdogan. Egli ha iniziato la propria carriera politica nel 1994 quando ha vinto le elezioni per la poltrona di Sindaco di Istanbul, ove è rimasto seduto sino al 1998, quindi, dal 2003 al 2014, è stato Primo Ministro, funzione che ha lasciato per assumere la carica di Presidente della Repubblica.
Il punto di svolta della storia recente della Turchia è avvenuto nella notte tra il 15 e il 16 luglio del 2016, allorquando alcuni reparti militari hanno tentato un colpo di mano, i cui contorni ancora non sono ben chiari, per estromettere dal potere Erdogan.
Il fallimento di tale azione ha permesso al Presidente turco di:
1. accelerare il giro di
vite contro i suoi oppositori. Ovvero, l’imam Fethullah Gülen, già sodale di Erdogan
fuggito negli Stati Uniti per sfuggire ad una precedente condanna, accusato di
essere la mente del fallito putsch. Con lui sono stati accusati ed imprigionati
tutti i suoi seguaci, presenti nei vari settori della vita pubblica del Paese (militari,
giornalisti, accademici, magistrati);
2. consolidare l’alleanza tra il proprio partito l’AKP d’ispirazione islamica e
il partito MHP ultranazionalistico;
3. indurre il Parlamento a riformare la Costituzione concedendo maggiori poteri
al Presidente. Tale riforma, avendo raggiunto la maggioranza dei votanti in un
apposito referendum popolare, è entrata in vigore il 16 aprile 2017 .
L’opera del giornalista Francesco Fravolini prende le mosse dal tentato golpe. Egli analizza lo stato in cui verserebbe oggi la giustizia sociale in Turchia a seguito delle iniziative varate da Erdogan nei giorni successivi al 16 luglio 2016.
Il libro è scritto in maniera chiara. Offre molti riferimenti ad eventi e circostanze che permettono al lettore di comprendere meglio alcuni passaggi dell’azione politica interna e internazionale di Erdogan. Al fine di dare maggior forza alle proprie opinioni, l’Autore utilizza svariate fonti, tutte naturalmente critiche dell’operato del Presidente turco.
Fravolini non si esime dal lanciare accuse contro la politica ondivaga seguita dall’UE verso la Turchia di Erdogan come quando afferma: “L’assenza dell’Europa che stabilisce sanzioni per altri paesi, ma abbandona un popolo in balia di un dittatore pronto a negare gli elementari diritti civili, lascia spazio a dubbi inquietanti.”.
E’ chiaro il messaggio che l’Autore lancia attraverso le righe del proprio libro: la Turchia oggi è nelle mani del Presidente, del suo clan, del suo partito e dei loro nuovi alleati ultranazionalistici. Una posizione, questa, che è sempre più comune tra gli analisti del Paese anatolico. Non è un caso, ad esempio, che anche la giornalista francese Ariane Bonzon, profonda conoscitrice della società turca, nel suo ultimo libro “Turquie, l’heure de vérité”, pubblicato il 14 febbraio del 2019 per ‘Editions Empreintes’, tragga le medesime conclusioni del giornalista italiano.
Saggistica, politica, informazione
Villaggio Maori Edizioni
2018
99 pp., brossura