IL GATTO PENNUTO
Testo e illustrazione di Isabella Mariucci
C’era una volta un gatto, ma non era un gatto come se ne vedono tanti, questo era un gatto speciale perché aveva qualcosa in più, anzi due cose in più: aveva un bel paio di ali di pollo.
Che fortuna! Ci pensate?! Poteva svolazzare tutto il giorno e non aveva bisogno di andare sull’altalena perché poteva dondolarsi da solo. Il Gatto Pennuto però non era per nulla contento del suo paio di ali di pollo perché tutti gli altri gatti del quartiere lo prendevano in giro, infatti ogni mattina quando prendeva il tetto per andare a scuola di fusa i compagni gli gridavano dietro “ CHICCHIRIMIAOOO”.
Il nostro amico pennuto si innervosiva dalla vergogna e si arrabbiava così tanto che le sue ali iniziavano ad agitarsi senza controllo, forte, ma forte, sempre più forte fino a lanciare via piume dappertutto, ed erano così numerose che sembrava avesse nevicato.
Insomma ogni giorno era la stessa storia: il Gatto Pennuto si spiumava dalla rabbia.
Una fresca sera d’agosto mentre tornava a casa anche il vecchio topo Maurizio, che aveva appena comprato gli occhiali nuovi, guardandolo meglio ebbe a che dire sulle sue ali; “ahimè anche Maurizio mi trova ridicolo” sospirò tristemente il Gatto Pennuto “ qui non c’è più posto per me!” Così sconsolato ma anche un pò arrabbiato, come al suo solito, andò a preparare un fagotto di lische di pesce e partì all’avventura.
Svolazzò tutta la notte, aveva deciso di arrivare al mare perché ne aveva sempre sentito parlare ma non l’aveva mai visto e quella, pensò, era una buona occasione per farlo.
Arrivò finalmente al mare la mattina presto e il mare era bellissimo, più bello di come avrebbe mai potuto pensarlo, era lì di fronte a tutto il suo splendore, era grandissimo, era verdissimo, era di plastica e aveva le ruote, e poi tutto dentro e fuori era pieno di buste. Tante buste di ogni tipo, ognuna con una puzza diversa e mammamia se puzzavano! Una puzzava di piedi, una puzzava di broccoli e una addirittura puzzava di muffa!. Al Gatto Pennuto non importava di tutta quella puzza perché era così felice di vedere il mare per la prima volta e soprattutto di non essere ancora stato preso in giro che il naso gli si era tappato dalla gioia. Fù così contento che iniziò a cantare a squarciagola, cantava e cantava, cantò così forte e così tanto che alla fine svegliò Netturbino il dio del mare, si si, era proprio lui, era Netturbino anche se tutti lo chiamavano Giancarlo.
Netturbino prese il gatto fra le sue grandi mani e lo guardò con i suoi occhi azzurri pieni di bontà “canti proprio bene” si complimentò. Era la prima volta che il Gatto Pennuto riceveva una lusinga, così dalla felicità regalò un pò di fusa al suo dio del mare e fu subito amicizia al primo “prrr”.
Netturbino proclamò il Gatto Pennuto primo animale domestico di corte e lo portò a vivere nel suo palazzo in via macinghi strozzi, gli diede anche un nome, un cesto con un morbido cuscino, croccantini e acqua corrente dal rubinetto del bidet a volontà. Il Gatto Pennuto per riconoscenza a ferragosto fece un uovo, già un vero, grande e raro uovo di gatto… Avete mai visto un uovo di gatto? Beh, nemmeno io!.
Al gatto Pollo che ci ha fatto incontrare