Torna in libreria per le edizioni La Nuova Frontiera, Orso di Marian Engel. A più di due decenni di distanza dall’edizione della Tartaruga, l’editore romano ripropone il libro scandalo della scrittrice canadese nella nuova traduzione di Veronica Raimo. Libro molto amato da scrittrici quali Alice Munro e Margaret Atwood e vincitore del Governor General’s Literary Award, Orso è un controverso libro in cui si mescolano e sovrappongono diversi temi, dalle divagazioni su rapporti e confini tra specie diverse, il sempre controverso e ondivago viaggio tra le frontiere di umano e animale, la natura come luogo e metafora. Ma il sospetto è che, a fare scandalo possa essere stato quell’oscuro oggetto del desiderio che è il diritto femminile all’orgasmo.
Lou, la protagonista, scrupolosa e devota al suo lavoro, viene mandata nel Grande Nord del Canada per catalogare la biblioteca che la famiglia Carey ha lasciato in donazione all’istituto per cui la stessa Lou lavora. Qui la donna, improvvisamente immersa in un luogo e in un ambiente selvaggio, così diverso e sideralmente lontano dal clima urbano a cui è abituata, entra in contatto con qualcosa che la cambia profondamente, una parte di sé più rimossa che trascurata, più censurata che addomesticata.
Tra chiacchierate con Homer, proprietario di un emporio raggiungibile solo navigando sul fiume, racconti, letture, lavoro di schedatura, scoperta della grande casa in cui trascorrerà l’estate, Lou instaurerà un rapporto, forse anche metaforico e simbolico con un orso. Anche. Perché con Orso Lou creerà un legame non privo di sensualità e sessualità.
In una bellissima intervista di Laura Pugno alla traduttrice Veronica Raimo, apparsa su leparolelecose.it, la Raimo suffraga il nostro sospetto affermando: “Io lo vedo come un libro che indaga il desiderio masturbatorio di una donna, l’orso in questo senso potrebbe quasi essere un gigantesco sex toy rivestito di pelo. La protagonista, Lou, giovane bibliotecaria/archivista, clinicamente depressa per come lei stessa si autorappresenta, solitaria e sempre alle prese con libri e scartoffie, con una vita sessuale sciatta e poco appagante, riuscirà a ritrovare in un isolamento ancora più estremo – una casa persa nella selvaggia natura canadese – una sua dimensione sepolta di desiderio, risvegliata appunto da un orso.”
Ecco, proprio di questo si tratta, di un libro sul desiderio femminile prima di tutto, che trova in un ambiente selvaggio e “naturale” il modo per uscire allo scoperto. E se non allo scoperto del consesso umano, sicuramente allo scoperto di sé stesso. E certo non è di secondaria importanza la sollecitazione che il libro fa al lettore, rispetto al medesimo concetto di “naturale”. Occorrerebbe, e questo fa il libro, una sorta di ribaltamento di prospettiva per uscire dalla logica che contrappone umanità ad animalità, come se la prima non avesse elementi della seconda e come se la seconda non fosse, spesso, una addomesticata proiezione della prima.
Con uno stile quasi sincopato, elegante perché diretto, la Engel (e la traduzione della Raimo) non ha paura di chiamare le cose con il loro nome e se di erotismo vogliamo parlare, la forza di questo libro è semmai nell’erotismo delle parole. Lou si ritroverà nelle parole prima ancora che nei gesti evitando però di mitizzare la natura stessa, anche riportando brani di libri in cui l’orso è protagonista di fiabe, leggende e, appunto, miti.
Natura e razionalità, natura e cultura. Questo è Orso. Un percorso nel tentativo di approcciare le cose in modo diverso. Né migliore né peggiore, solo diverso. Consapevoli dello spiazzamento e della sensazione di disturbo che questo può comportare. Chiedendosi però da dove, quel disturbo, arrivi e dove possa condurre. Ma, forse, ciò che più scandalizza, è ancor più di ciò che disturba, è ciò che avvertiamo come famigliare. Perché lo scandalo altro non è che una pietra di inciampo che costringe a fermarsi. E con questo libro la Engel ci è riuscita benissimo
Narrativa
La Nuova Frontiera
2019
126 p., brossura