Il cuore la carpa e il fiore, piccola storia di un grande amore
Di Isabella Mariucci
Tanto tempo fa sul fondo di un lago ghiacciato, giaceva inerme un cuore di pietra.
Se ne stava immobile nella sua duna di sabbia talvolta smossa dal passaggio di una carpa; il tempo per lui si era fermato e mentre in superficie si alternavano stagioni, fervevano rivoluzioni e si estinguevano animali, lui era sempre lì immobile.
Contava le sue crepe ogni giorno ed ogni notte nella speranza che aumentassero a tal punto da potersi disintegrare e porre così fine a quell’insopportabile nulla.
Contava e ricontava, ma le crepe erano sempre le stesse. Non aumentavano e tantomeno diminuivano, il cuore era esaurito, sconsolato e devastato, aveva voglia di piangere…sapeva bene cosa fossero le lacrime, ma non le aveva mai versate.
Il cuore sapeva bene cosa fossero tante cose ma di fatto non ne conosceva nemmeno una. Sapeva anche cosa fosse la vita ma in realtà non l’aveva mai vissuta. Così restava li, intrappolato inesorabilmente nel suo nulla.
Una notte, particolarmente luminosa, il passaggio prepotente di una carpa lo svegliò. Notò confuso che in superficie il ghiaccio si era sciolto e poteva distinguere l’argenteo bagliore della Luna, certo sapeva bene cosa fosse la Luna ma fino a quel momento non l’aveva mai guardata. Era bella, perfetta e rassicurante a tal punto che il cuore sorrise, sapeva bene cos’era la serenità ma fino a quel momento non l’aveva mai provata.
“qualcosa lassù deve essere cambiato”
e si addormentò per la prima volta senza contare le sue crepe.
Il mattino seguente il sole era caldo e i raggi filtravano nell’acqua formando una strada di luce che sembrava unisse il cuore di pietra al cielo. Ora poteva vedere fino alle nuvole e prima di loro le cime degli alberi mosse dal vento. Le foglie e i fiori sembrava danzassero, sapeva bene cosa fosse la danza ma non aveva mai ballato.
Un piccolo fiore stuzzicato da una brezza troppo violenta cadde sul pelo dell’acqua, restò lì impotente per un pò finché non avvizzì e si lasciò trasportare sul fondo del lago. Scivolò accanto al cuore di pietra, aveva perso la sua forma originale, ma non i suoi colori, aveva quasi perso la vita ma non la voglia di vivere. Guardò il cuore e sorrise sprigionando il suo ultimo profumo.
Il cuore si sentì inebriato, sapeva bene cosa fosse l’amore ma non lo aveva mai provato fino ad allora. Guardò quel piccolo fiore indifeso e con tutto l’amore del mondo in quella vecchia e dura pietra aprì una nuova crepa grande abbastanza da poter contenere un piccolo fiore dai mille colori. Chiese aiuto alla carpa per far scivolare il fiore nella sua crepa. Da quel momento lo cullò dentro di sé, giurando di proteggerlo fino alla fine della fine di tutto.
“SE QUALCOSA E’ CAMBIATO LASSU’ IN SUPERFICIE PERCHE’ NON POSSO FARLO IO DAL PROFONDO?”
con questo pensiero si addormentò, felice come non era mai stato, gonfio dei mille colori di quel piccolo fiore.
Si alternarono stagioni, fervettero rivoluzioni e nacquero nuove specie animali.
Poi lontano da qui ma anche vicino, una piccola crepa in un grande cuore di pietra, diede vita ad un albero dai mille colori, nel bel mezzo di un lago un tempo ghiacciato ma ora di amore per sempre bagnato.
Alla mie amiche Roby e Cò,
che l’amore possa brillare in tutti i cuori di pietra