Di Geraldine Meyer
“La storia che sto per raccontare inizia una notte in cui la polizia violò la costituzione”. Comincia così, con una frase che già dice molte cose, il romanzo Due delitti, di Jorge Ibarguengoitia, recentemente rimandato in libreria da La Nuova Frontiera dopo la comparsa in Italia, nel 1999, grazie a Sellerio.
Conosciamo così Marcos, soprannominato il Moro che al lavoro di architetto affianca quello di militante politico socialista in un Messico in cui era rischioso esserlo. Infatti, dopo una strana cena e un incendio, Marcos viene a sapere dalla portiera del palazzo in cui vive che la polizia lo sta cercando. Pur sapendo di essere innocente, Marcos e la fidanzata, la bella Chamuca, pensano che la decisione migliore sia quella di lasciare Città del Messico, perché: “Neppure per un momento mi passò per la testa, e neppure per quella della Chamuca, l’idea che se uno è innocente non ha nulla da temere”.
I due si separano e mentre la giovane donna cercherà ospitalità dalla cugina, Marcos lascia la città per recarsi nella casa di campagna di un ricchissimo zio. L’idea è quella di mettere in scena un fantomatico affare minerario attraverso il quale spillare un po’ di soldi all’anziano e paralitico parente e ricongiungersi così con la fidanzata per recarsi, ricchi e liberi, su una paradisiaca spiaggia.
Ma le cose non andranno esattamente così e tra intrighi, gelosie familiari, avidità, sesso a una famiglia che altro non aspetta che il congiunto muoia, Marcos si troverà coinvolto in una rete di bugie e di macchinazioni che sfoceranno, appunto, in due delitti.
Ibarguengoitia nasce nel 1928 a Guanajuato e, rimanendo orfano di padre a soli otto mesi, crebbe in una famiglia di donne che, oltre ad adorarlo, volevano farne un ingegnere anche per cercare, tramite lui, di ritornare in possesso di quel denaro che una volta avevano in abbondanza. Le cose andarono diversamente e Jorge è diventato uno degli scrittori più famosi e importanti del Messico.
In un certo senso, anche solo da queste poche righe, sembra di avvertire qualche vaga eco della sua biografia in questo Due delitti, se non per gli aspetti più tragici, sicuramente per l’atmosfera quasi surreale, per il ruolo delle figure femminili e per quella provincia messicana che, tra polvere e lentezza, è protagonista quasi tanto quanto i vari personaggi del libro. E una sottesa ironia che non viene mai a mancare neanche nelle parti del libro che dovrebbero essere di stampo giallistico. Pare sempre di sentire, in sottofondo, la risata dello scrittore che si diverte mentre il lettore si diverte con lui.
Che Ibarguengoitia ami l’ironia e la capacità di usare le parole anche in tal senso, ce lo dice lui stesso in un articolo pubblicato sul sito delle Edizioni Sur e tradotto da Francesca Lazzarato: “Il successo di Los relàmpagos (uno dei suoi libri) è stato, più che clamoroso, d lunga durata. […] ha cambiato la mia vita, facendomi capire che la narrativa è il mezzo di comunicazione più adatto a un asociale come me: […] si arriva direttamente al lettore, senza intermediari, in silenzio, attraverso pagine scritte che l’altro legge quando vuole, come vuole, tutto d’un fiato o un po’ per volta, e se non ne ha voglia non le legge, senza offendere nessuno – nel commercio librario non esiste nulla di paragonabile a quelli che russano la sera della prima.”
Ibarguengoitia si cimentò anche con il teatro infatti, da qui il riferimento agli impresari e, pur senza grandissimi risultati, questa esperienza ha lasciato un segno che, almeno in questo Due delitti, è discretamente evidente. Evidente se non nella drammaturgia del testo, sicuramente nel ritmo, nelle trovate sceniche, chiamiamole così, e nelle diverse entrate in scena dei vari personaggi.
Oltre che per le voci narranti che ci raccontano la storia proprio come fossero coloro che devono tessere le fila e mettere insieme i pezzi della storia. Voci narranti che, nella prima parte del libro è quella dello stesso Marcos, mentre nella seconda è quella di un anziano farmacista che, improvvisatosi detective, riuscirà a tirare Marcos fuori dai guai.
Un libro in cui si sorride spesso per lo strampalato e, a tratti, buffo Marcos, ma in cui ci si imbatte in una serie di ritratti di tipi umani, umanissimi appunto, nelle loro piccolezze e nei loro tentativi di rivalsa sociale, in una dinamica di rapporti in cui poco sembra essere gratuito.
Narrativa messicana
La Nuova Frontiera
2019
202