Cummings è l’azzardo della poesia tra modernismo e tradizione
Di Nicola Vacca
E.E. Cummings è considerato uno dei massimi poeti americani del Novecento. Personalità anticonformista e visionaria, la sua poesia esprime uno straordinario spirito anarchico. La sperimentazione che non ignora la tradizione è il suo modo libero e personale di fare poesia.
Mancavano nuove traduzioni del grande poeta americano, che fu amico di Pound.
Grazie a Salvatore di Giacomo, giovane intellettuale impegnato nella traduzione di autori americani contemporanei, nel 2009 uscì Poesie d’amore (Le Lettere) un libro che raccoglie alcune fra le sue più belle poesie.
A distanza di dieci anni, esaurita la prima edizione, il libro è stato recentemente ristampato con un prezioso aggiornamento bibliografico.
Perché, come scrive Di Giacomo nella nota critica, in particolare sono le poesie d’amore a caratterizzare l’afflato potente di Cummings che esplode in innumerevoli bagliori, in sorprendenti epifanie liriche che rappresentano un esempio di quella forza espressiva del poeta che sa immergere il suo pathos d’amore dentro il quotidiano.
Il giovane traduttore ha davvero svolto un lavoro eccellente perché ha intuito che lo sperimentalismo spaziale e tagliente di Cummings si scioglie in una poesia che diventa dialogo, dono e preghiera d’amore.
Gli amanti della poesia ritroveranno in questa nuova traduzione delle più belle poesie di Cummings le suggestioni di un pensiero anarchico, di rottura e antiaccademico, che hanno sempre distinto per originalità il percorso di questo straordinario artefice della parola.
Le poesie d’amore di questa raccolta provengono da diversi periodi della carriera di Cummings. Ma tutte ci dicono che siamo davanti a uno scrittore eclettico che ha usato il verso per sovvertire precocemente la tradizione, non tradendo mai la sua vocazione.«Sin dall’esordio- scrive Michael Webster nella prefazione- la poesia di Cummings intrecciò modernismo e romanticismo, e fu caratterizzata sia dal richiamo della tradizione che da un senso di ribellione verso la stessa, in bilico fra sperimentazione e convenzione, passando dal satirico all’idealistico».
Cummings con il suo non – tradizionalismo tradizionale occupa un posto particolare nella poesia del Novecento.
Pochi poeti sono riusciti a imprimere originalità al verso. Cummings ha inventato un modo di fare poesia che rimarrà per sempre legato alla sua profonda intelligenza e sensibilità.
Le sue suggestioni hanno influenzato autori di teatro e registi cinematografici. In uno scritto pubblicato su Voice of America del dicembre 1955, a un anno dall’uscita dei Collected Poems, il poeta e romanziere Nathaniel Burt inserisce Cummings tra i poeti definiti «ribelli, dediti alla protesta, critici della vita e della letteratura dei loro tempi e luoghi».
Insieme a Frost, Eliot, Stevens, Jeffers, Williams e molti altri ancora, Cummings ha dato vita a un’arte poetica anarchica, individuale, capace di occuparsi di qualsiasi tema attraverso la libera destrutturazione della parola che non diventa mai sperimentalismo fine a se stesso, perché non smette mai di essere poesia.
L’unico modo per rendersi conto del suggestivo mondo fantastico di questo straordinario poeta è quello di immergersi in questa nuova lettura che ci propone Salvatore Di Giacomo.
Cummings non ha mai smesso di credere un attimo nel folle assoluto. È stato l’artefice di una poesia magmatica, che in ogni sua sillaba ha sempre tenuto conto della fusione tra ragione e sentimento, della simbiosi tra corpo e anima. Uno di quei grandi poeti che non si dovrebbe mai smettere di leggere, perché i suoi versi azzardano sempre l’eterno.