Un fervente lettore con la passione per la parola. Sono nato il 25 novembre del 1982 e abito in un paesino del Tirreno cosentino di seimila anime. Proprio in terra calabra mi dedico alla professione giornalistica. Dopo essermi diplomato in Ragioneria, mi sono tuffato negli studi umanistici con il coraggio tipico del profano, conseguendo la laurea in Scienze Storiche all’Università La Sapienza di Roma. Vicino alla storia ho poi messo la letteratura, la filosofia e tutte quelle cose di cui proverò a parlarvi. L’obiettivo è creare un linguaggio personale nel quale voglio sciogliere nevrosi e ossessioni, perché leggere e scrivere curano tutti i mali. Trovo sempre un buon motivo per leggere un libro e ne parlo sempre con passione anche su Satisfiction, Gli amanti dei libri e Zona di Disagio di Nicola Vacca. Se vuoi puoi anche seguirmi sulla mia pagina facebook Dispersioni82.

Massimiliano Santarossa – Pane e Ferro

Di Martino Ciano

Viene presentato come un romanzo storico sulle gioie e i dolori dello sviluppo economico del Friuli e del Veneto, ma queste pagine sintetizzano perfettamente quel disorganizzato processo che ha distrutto l’ambiente e la società della penisola. Ogni regione ha le sue peculiarità storiche, ma la nascita della massa operaia, derivante da quella contadina, ha deviato la storia di tutta la nostra nazione. Questo movimento senza direzione, privo di un fine, se non la stigmatizzazione della fame e della povertà materiale, ha prodotto un gioco al massacro che solo oggi sta mostrando il suo vero volto.

Massimiliano Santarossa (Foto da messaggeroveneto.it)

Santarossa non è un “giustizialista”, non è uno scrittore che guarda con superficialità al passato e, soprattutto, non è banale. Dirà qualcuno, servono ancora romanzi del genere? Questa è una risposta che lasciamo ai lettori, dal canto mio, mi sono trovato davanti a un’opera corale che sintetizza con estrema lucidità la schizofrenia del Novecento. Paesenovo è un non-luogo che sta tra il Friuli e il Veneto, ai confini della Pianura Padana, ai limiti della civiltà. Enea è nato qui, nel 1955. È l’autunno del Medioevo, parafrasando Huizinga, è un’epoca in cui i mezzadri guardano con interesse alle nuove aziende. Industrie figlie di un capitalismo sorridente che proietta immagini di seducente progresso. E loro vanno, perché i contadini ancora pisciano e cagano dietro i canneti, dormono con le bestie, si accoppiano come animali, si curano dalle streghe, non sanno un cazzo del mondo e la storia ne fa un sol boccone. E loro si trasformano. Da mezzadri diventano metallurgici nel cuore e nell’anima. Ecco la metamorfosi della carne e dello spirito in pane e ferro. Pane per lo stomaco, Ferro per dare consistenza ai desideri. Per questi due elementi si dà via ogni cosa, come per la Pelle di cui parla Malaparte.

Il ricco Nord Est è stato questo e, per alcuni aspetti, è rimasto così. Il Sud, invece, dopo il boom economico è tornato a essere un cumulo di macerie. Tra le campagne stanno i capannoni abbandonati, l’eternit sbriciolato, i cimiteri di rifiuti tossici e, tra un borgo e l’altro, trovi persone con anomali tumori che certamente non provengono dalle patate. Ma questo lo aggiungo io, che son calabrese, e che ha letto con grande interesse il libro di Santarossa. Infatti, lo sviluppo di cui egli parla c’è stato anche qui e, come sostiene il suo Enea, parafrasando Tabucchi, ha dato luogo a una persuasiva distruzione della società.

Santarossa non è uno nostalgico della povera società contadina o della malandata o romantica vita di una massa di morti di fame in cerca di redenzione. No. Lui ha solo presentato i risultati della sua personale ricerca e lo ha fatto attraverso le vicissitudini che costellano la vita di Enea, personaggio spaesato, incapace di reagire e di adattarsi. Enea è sospinto dalla necessità e, privo di volontà, si lascia guidare dal vento del progresso. Le sue azioni sono poco lungimiranti, ma i suoi pensieri sono profondi. Eppure, proprio la distanza tra azione e pensiero crea un’incolmabile lacuna. Pertanto, lo stile di Santarossa, sospeso tra Céline e Schopenhauer, racconta di un uomo che non ha meta e che non ha più radici. Insomma, Enea è l’Adamo dal quale discendiamo.

Buona lettura.

Pane e ferro Book Cover Pane e ferro
Massimiliano Santarossa
Romanzo storico
Biblioteca dell'immagine
2019
360 p., brossura