Ascoltate James Joyce reading from Ulysses cliaccando QUI
Questa la voce di James Joyce, registrata quasi un secolo fa, nel lontano 1924 mentre legge dall’episodio di Eolo del suo Ulysses. C’è qualcuno in grado, a dispetto della qualità gracchiante dell’audio, di riconoscere in questa voce tracce di quei talenti canori che pure Joyce possedeva?
Giunti quasi al volger del secolo dalla pubblicazione del suo «damned monster-novel», come lui stesso definì l’Ulysses, uscito in volume nel 1922 a Parigi, vogliamo iniziare qui una lunga odissea (come potrebbe essere altrimenti?), ovvero un lungo viaggio che potrebbe intitolarsi: «La Musica, sostanza nella vita e nella produzione letteraria di James Joyce».
La vasta erudizione musicale e l’entusiasmo per il canto di James Joyce sono infatti parte integrante della sua personalità, e questa passione si percepisce palpitante nel suo romanzo attraverso le continue citazioni e allusioni di tipo musicale che imbastiscono le pagine dell’opera.
James Joyce aveva una «bellissima voce», dice Ezra Pound e nella sua casa, sin da bambino, tutti cantavano. La specialità del fratello Stanislaus era, per esempio, Finnegans’ Wake:
(Ascolta Finnegans Wake The Irish Rovers cliccando QUI)
mentre James preferiva esibirsi cantando Houlihan’s Cake:
(Ascolta Houlihan’s Cake cliccando QUI)
oppure The Croppy Boy e per ascoltarlo clicca QUI
Le canzoni inglesi amate da Joyce, invece, includevano ballate come Turpin Hero: clicca QUI per ascoltarlo
canzoni di Enrico VIII, come Pastime and good company: clicca QUI per ascoltarli
e di Dowland, come Weep you no more, sad fountains: clicca QUI per ascoltarlo
o qualcosa di più recente come Take a pair of sparkling eyes, dalla popolare operetta del 1889 The Gondoliers di W. S. Gilbert e Arthur Sullivan: clicca QUI per ascoltarlo
Quanto poi alle canzoni francesi, una da Joyce preferita era l’allegra Viens, ma poupole: clicca QUI per ascoltarlo
Peraltro adorava anche cantare canzoni assai sbrigliate e vivaci come The man who broke the bank at Monte Carlo: clicca QUI per ascoltarlo
Joyce nelle sue serate giovanili cantava tutte queste canzoni con una voce da tenore dolce ma abbastanza fievole, intrattenendo così gli amici. Talvolta si dilettava a recitare anche parodie di opere teatrali. Una volta venne agghindato con un vecchio abito da donna per interpretare il ruolo di Carmen e fece la parodia dei comportamenti da palcoscenico delle dive dell’opera, cantando L’amour est enfant de bohème dalla Carmen di Bizet: clicca QUI per ascoltarlo
Dunque,la musica contò molto nella vita personale di James Joyce accompagnando momenti importanti: lo riconciliò con il padre dopo la fuga con Nora;
fu cantando e suonando il pianoforte che diede l’estremo saluto al fratello George e alla madre; e nello stesso modo diede il benvenuto al primogenito Giorgio quando lo prese in braccio la prima volta. Per la figlia Lucia compose e cantò una ninnananna, e con un messaggio musicale negli anni successivi Lucia tentò di persuadere il padre a tornate in Irlanda e durante la malattia della stessa figlia a Parigi negli anni Trenta, le stanze dell’appartamento erano pervase dalle melodie e dal canto di James.
Peraltro, anche quando incontrò Nora, l’amante, la compagna e infine sua moglie, anche con Nora, dunque, fece sfoggio delle sue qualità canore, esattamente a un concerto pomeridiano del 22 agosto 1904…
(continua).
L’immagine di copertina è presa da wikipedia