Luca Morettini Paracucchi, nato il 24 febbraio 1988. Lucchese da tutta la vita, Viterbese da qualche tempo. Ho una passione molto forte per ciò che riguarda il cinema, la letteratura, la musica, il mondo dei fumetti e dell'arte in generale. Tra le mie passioni hanno un posto di rilievo il mondo del punk e certi aspetti della cultura cosidetta nerd. Scrivo da quando avevo otto anni, recentemente ho ripreso dopo un periodo di stop. Spero sia la volta buona

Sergio Endrigo scrittore

Di Luca Morettini

L’artista è sempre stato multitasking. In fondo non per forza chi vive votato all’arte deve manifestare il suo essere in un’unica forma o talento. E a volte ci troviamo nomi, grandi nomi, che brillano in un campo specifico, abbinati a tutt’altri mondi che non avremmo mai immaginato, provocando in noi un effetto a metà tra la semplice sorpresa e la vera incredulità. Esempi ne abbiamo a bizzeffe: Dario Argento che compare tra i crediti di sceneggiatura del film di Sergio Leone “C’era una volta il west”, il tanto sbeffeggiato Maurizio Costanzo che fu autore, assieme ad Ennio Morricone, di “Se telefonando” per Mina, oppure il regista Lucio Fulci che mise il suo zampino nel brano “24.000” baci che Adriano Celentano portò al successo nel 1961. Esempi di questo genere insomma.

E poi c’è il caso di cui vorrei parlare: un romanzo che mi sono trovato tra le mani per caso e per cui ho provato quel già citato senso di sorpresa ed incredulità quando ho constatato che il nome dell’autore del libro in questione dal sinistro titolo Quanto mi dai se mi sparo? era quello di Sergio Endrigo.

Sergio Endrigo (Foto da wikipedia)

Sergio Endrigo, a quasi 15 anni dalla sua scomparsa, è ancora un nome fondamentale nella storia della musica italiana. Ha collaborato, nei suoi album, con personalità del calibro di Louis Bacalov, Gianni Rodari, Giuseppe Ungaretti. Canzoni quali “Ci vuole un fiore”, “Io che amo solo te”, “Te lo leggo negli occhi”, “L’arca di Noè”, “Canzone per te” e diverse altre sono un vero e proprio patrimonio culturale. Brani dolci ma non zuccherosi, affrontati tutti con quella voce in cui riecheggiava una piccola aura di tristezza appena accennata. Ma anche canzoni dirette ad un pubblico di bambini, brani divertenti e pieni di fantasia.

Nel 1995 pubblica, in un silenzio ingiustificato, il suo primo lavoro letterario dal titolo Quanto mi dai se mi sparo?, riproposto al pubblico nove anni più tardi dalla casa editrice Stampa Alternativa, famosa per i suoi libri di controinformazione. Un lavoro che però trova le sue origini nella fine degli anni ’80 oltre che una sequela di rifiuti.

In questo romanzo Endrigo non butta la tristezza nella parola scritta quanto uno sconforto che però non scade mai nella pura disperazione. È una storia ambientata in un mondo che conosce bene, quello sopra il palco, dietro le quinte e di fronte alle logiche del mercato discografico. È la storia di Joe Birillo, un tempo cantante di fama che ora s’arrabatta con quelle piccole serate che riesce a rimediare. Non perché sia fallito, ma perché sta facendo il suo tempo. I discografici non hanno intenzione di puntare su di lui, i promoter sanno bene che si tratta di un investimento a perdere. E allora Joe, stanco di questa situazione, della noia, di una vita che non rispecchia più il suo essere, decide di uscire di scena con un ultimo, grande concerto di commiato. Nel vero senso della parola vista la sua intenzione di suicidarsi davanti a tutti, dopo l’ultimo brano.

Sconforto senza disperazione, dicevamo. In fondo è così, Joe non è disperato. È solo un uomo che vive in un tempo avanzato troppo in fretta, in un mondo che adesso può fare a meno di lui. Questa è una sensazione che Endrigo conosceva bene ed è per questo che riesce a tratteggiare un quadro perfetto, sempre in bilico tra la critica e la disillusione, tra lo sbeffeggio e il cinismo. Ai tempi del concepimento del romanzo il mondo di Sergio Endrigo si era trasformato tutto in un’altra cosa: un mostro veloce, spietato, fagocitante persone e bramoso di soldi. Anche la sua carriera si assestò parecchio e non raggiunse mai più i livelli degli anni ’60 e ’70.

E tutti questi pensieri si canalizzano nella figura di un cantante perso, che vive di rimpianti, immerso in una situazione familiare contraddistinta da una gelida routine. Joe Birillo desidera solo uscire di scena, ritrovare le urla del suo pubblico, di una folla immensa che l’acclami e canti i testi delle sue canzoni. È stanco di locali piccoli, un pubblico sincero che però si conta solo sulle dita di una mano e cachet irrisori. E l’unico modo in cui può farlo è gettarsi in pasto a questo mostro che il suo mondo è diventato nel modo più estremo possibile. Per tornare ad essere protagonista.

Quanto mi dai se mi sparo? è un romanzo diretto, beffardo, che non cede a nessun lieto fine, in alcun caso. Probabilmente da un grande artista quale Sergio Endrigo non ci s’aspetterebbe mai una cosa così. Anche se in fondo alla sua voce un piccolo barlume d’oscurita c’è sempre stato.

Quanto mi dai se mi sparo? Book Cover Quanto mi dai se mi sparo?
Sergio Endrigo
Narrativa
Stampa Alternativa
2004
174 p., brossura