Sillabe-fiocine per spiaggiare l’abitudine
Di Piero Dal Bon
(Fortino, quello—: aprile 2011? dopo la lettura di un lirico cecoslovacco- con intenzione di emulazione -ae che mula tio, ahò…-: con qualche variazione- recente- a fresco d’alba- arrosa arrosa…)
.. scartabello, bellimbusto oh sfuocato, ottenebrata la vista, che s’infuma in fiato bianco- rema la terra, nera, del sogno, s’infognano, loschi e incréduli, barlumi topi e ratte e anguille (e il gigione toporagnolo), e le sempre-amate sanguissughe (lappa lappa; chupa chupa); ottempero, allora, pivello del milito ignoto (fox trot sulla grappa del monte ai caduti), ai rami-richiami del mondezzaio cosmico che fa cin cin, circonciso di iati ionico-cosmici- a verde crepapelle di smorfie in bianco frack di trangugi e inchini a declino d’invito, e sono amare skepsis che si mettono tra parentesi tonde oh i quadrilateri, quelle flesse in circolo- ma non rodono il fonema-chiave- quello che accederebbe…- ma lo spigliano, e inspaghettano, inoltre, di tortelloni-maramao: rincarati per giunta dall’inflazione a tasso zero- scala mobile…tutti giù. A terra!): sarà il neon desueto quello che infiocinerà il pescespada del tramonto ilare di morti e crepanti verità-uova: ah le vanità gaglioffe, i non plus-ultra delle atrofie: sono sterline o sarde, sapide e saporite e sarabandiche (o serbatye in serbia), quelle che circumnavigano gli ovali del sud di Magellanus? E la spes, dispera, a sfera e pera, nell’esperanto che s’invera, nella babele bobalica di una vaga e vana quidditas di enti, quella che sonnecchia e si sottrae- ae ae…: erano infilate di spiedini e teorie di stelle filanti, non arbusti, quelli che vide il bimbo negletto- oh shirley oh temple a tempistica di Trinity: quello del college…- nell’acrimoniato ed enfiato, trascorrere di un hic et nunc mai accadente….
(a Tiblisi il dribbling del terzino sinistro ha lasciato di stucco il raccattapalle obeso ed autistico:(una skoda a coda di scodella lo conduceva; e la nutella era del 1987: ferrero ferrero- immigrazione concessa…; nel mentre, a destra, il filo d’erba le accarezzava il ventre soppiantale, una lattina cricchiava di siberia)
L’immagine di copertina è Peregrinacion a San Isidro di Goya, presa da inverso.it