Gli spietati Byrde alla corte di Navarro: il finale di Ozark stagione 3.
Di Gianni Vittorio
Finita la terza stagione, la serie tv Ozark si è spinta in territori sempre più estremi, vicini a Breaking Bad, ma diversi per scelte narrative.
La famiglia di Marty e Wendy, stavolta si trova ad affrontare ostacoli sempre più complessi: riciclare il denaro del cartello messicano di Navarro investendo sul casino.
Ma tra gli intrecci da risolvere e i corpi morti da nascondere si trovano di fronte un nuovo problema. L’arrivo di Ben, fratello di Wendy rende ancora di più la gestione dell’attività criminale.
Inoltre Ben è affetto da disturbi psichici (bipolarismo) che rischiano di mettere a repentaglio tutta l’operazione. I due coniugi saranno in grado di gestire questo elemento problematico talmente personale? O dovrà farsi carico della situazione l’avvocato Helen, più pragmatica e spietata?
La scelta di inserire Ben nell’arco narrativo rende la storia più interessante dal punto di vista emotivo (la prova di Tom Pelphrey è superlativa), anche se ne perde un po’ il ritmo. Ma stiamo comunque parlando di una delle serie più avvincenti degli ultimi anni.
I due coniugi sono sempre abili a districarsi in ogni situazione, anche se non mancheranno di certo i conflitti tra di loro.
Ma seppur con prospettive in parte diverse la loro fedeltà reciproca (con una buona dose di cattiveria) sarà necessaria per venir fuori dal tunnel.
Anche se i federali saranno sempre pronti ad incastrarli appena faranno un passo falso, la famiglia Byrde riuscirà sempre a trovare la soluzione adatta per ogni occasione. Oltre la mina vagante di Ben viene introdotta la presenza dell’agente speciale dell’FBI, che indagherà sugli affari criminali tra il casino ed il cartello messicano. Fino ad arrivare ad estorcere una confessione a Marty, il quale dovrà fare una scelta che sarà rilevante per salvare i suoi familiari.
Il finale di questa terza stagione ci fa pensare ad uno sviluppo che vedrà di fronte i coniugi Byrde e Omar Navarro, spostando la location dal lago al Messico.
In conclusione il giudizio non può non essere che positivo , per una serie abile a coniugare il thriller con il drama, in un contesto in cui il protagonista è il “dio denaro”, vero ed indiscusso protagonista.
Un altro aspetto da sottolineare è l’analisi introspettiva dei personaggi, sempre ben descritti dal punto di vista psicologico, ciascuno con una parte nascosta, oscura.
Perché l’animo umano conserva sempre un lato nascosto in ognuno di noi.