OSSERVAZIONI SUL LIBRO “MASTRO LISANDRO, IL SORRISO DI UN SARTO”, Olivia Imbroinise, Santelli editore.
Di Adriana Sabato
“La conoscenza è di due tipi: o conosciamo un soggetto per nostro conto, oppure conosciamo il posto dove poter trovare informazioni al riguardo”.
Questa frase del grande Samuel Johnson inquadra perfettamente le origini del lavoro compiuto dalla scrittrice Olivia Imbroinise, nella redazione del suo romanzo “Mastro Lisandro, il sorriso di un sarto”.
Il libro è stato pubblicato da Santelli editore nel settembre del 2019 ed è già stato presentato con successo, in tutta Italia.
Il testo, lo spiega bene l’autrice, deriva dalla propria conoscenza personale di “Mastro Lisandro” ossia Paolino Alessandro La Neve, sarto di Paterno Calabro scomparso alla veneranda età di 105 anni che le ha narrato, sin dal 1976 e fino al mese di agosto 2012, tutta la storia della sua vita accanto ad altre vicende. Una vita vissuta con spirito di grande solidarietà e di pace coniugando, attraverso il laboratorio sartoriale, lo spirito di collaborazione fra giovani ma anche preservando il ricordo, la memoria storica di luoghi e personaggi delineanti l’immagine, bella e mai decontestualizzata, della nostra Calabria.
Paolino Alessandro La Neve, si legge testualmente fu un esempio d’umanità e solidarietà per l’intera comunità. Non si lasciò mai indurire dalle ingiustizie e violenze subite, ma continuò ad aiutare il prossimo con coraggio ed umiltà, senza mai arrendersi.
La scrittrice conosce il posto dove cercare le informazioni a riguardo: lo si evince dalla lettura del bellissimo testo, dalla bibliografia citata in calce, dai fatti storici narrati, che trovano riscontro anche nella memoria storica del lettore (se non giovanissimo) come dal lungo lavoro che la stessa descrive nei ringraziamenti finali.
In linguaggio giornalistico questo si chiama controllo delle fonti: un esercizio molto importante anche per lo scrittore.
Il rispetto nei confronti del lettore lo impone.
La responsabilità di chi scrive verso i cittadini prevale sempre nei confronti di qualsiasi altra. Non si può subordinare ad altro: vale per il giornalista come per lo scrittore.
Il lavoro di Olivia Imbroinise non solo è un certosino desiderio di ricerca delle verità attraverso l’analisi delle fonti, ma anche un’attività tesa ad evidenziare la realtà di fatti storici documentati. Ciò rende questo testo un romanzo storico in cui si rivela la libertà dell’autrice di interpretare anche creativamente la materia di cui si occupa, coniugando i fatti con le opinioni, la realtà con le percezioni, la storia con la bellezza della narrazione. Una creatività, è bene evidenziarlo, che non è mai semplice orpello o decorazione, o gusto estetico fine a se stesso, ma che diventa riscontro reale, racconto tangibile, nel momento esatto in cui ci si rende conto di quanta magnificenza sia connaturata al nostro territorio.
Un’armoniosa creatività, dunque, è quella parte che permea, completandola, la stesura di questo libro. Non meno importante di tutto il resto, esso possiede già dalle prime pagine, quando l’autrice inizia a descrivere la sua terra, una fantasia intrinseca a luoghi e personaggi raccontati. Un estro ritrovato anche nei suoi precedenti scritti letterari.
Storia
Santelli Editore
2019
295 pp., brossura