Di Alfonso Ravazzano
Mi piace la luce che dal grano
passa alle dissolvenze del buio
si pensa allo sguardo indeciso dei topi
puoi comporre una linea di segni
restare e sparire
ma la trappola non ha premura
restiamo vivi oppure dimentica.
E’ ridicolo guardare
dove dovremmo fermarci
i maghi hanno ombre corte
fuori nel parco giochi
le altalene fanno la ola
al vento
Gli occhi desolati dei partenti erano muri
di lacrime.
L’acqua galleggiava da un angolo di ombra
scivolando nelle griglie delle fognature
Ogni amaro morire è un’anonima stanchezza.
Non ho avuto tempo di vederla la morte
di ascoltarne la voce.
Solo un passo buio
e un singhiozzo ripetuto.
Non capivo in quante ombre
tu potessi tornare e insistere.
Una volta dissi a me stesso
che ti avrei perdonata.
Perdona il mio rumore
i fruscii che fanno le apparenze
perdona i modi e le opinioni.
Salvami.
L’immagine di copertina è Formigine di Luigi Ghirri tratta da archivioluigighirri.com