Claudio Abbado, Ezio Bosso. La musica ti cambia la vita.
Di Adriana Sabato
Il 15 maggio è scomparso Ezio Bosso. Direttore d’orchestra, compositore e pianista italiano, ha sfidato il degenerare delle patologie che lo affliggevano da anni, pur di continuare a coltivare la sua passione per la musica.
Claudio Abbado, uno fra i suoi più grandi maestri, diceva che la musica è la nostra cura.
Per Ezio Bosso questa frase è stata una guida, un vessillo: lo hanno dimostrato la sua grande forza d’animo, la sua resilienza, il suo talento.
Ed hanno commosso l’intera nazione.
La sua morte, una bruttissima notizia, è andata ad assommarsi a quelle a cui in questi ultimi mesi sembriamo esserci assuefatti. Perché abbiamo vissuto – e ancora viviamo (soprattutto psicologicamente e chissà per quanto tempo ancora) – i giorni del virus.
Ezio Bosso e il suo sorriso: chi se li dimentica?
In televisione, la sera di natale 2019 l’avevamo conosciuto tutti un po’ meglio: aveva realizzato – dal Teatro dell’Unione di Viterbo in accordo con Rai Tre – il programma Che storia è la musica.
Così riuscì ad avvicinare il grande pubblico alla musica classica, e, si badi bene, non in maniera edulcorata o facilitata, ma nella sua versione più pura e integrale, quella ritenuta più ostica.
Il numero di ascolti di quell’evento – come quello del 9 giugno 2019 dedicato a Beethoven – aveva soddisfatto tutte le aspettative, anche quando tutte e due le serate sono state ritrasmesse in suo ricordo il 15 e il 16 maggio appena scorsi.
Che storia è la musica ha visto protagonisti, la sera di Natale, accanto a Bosso e ai suoi ospiti, l’Orchestra Europea Filarmonica, da lui fondata e per l’occasione arricchita dai giovani dell’Orchestra Filarmonica di Benevento, e il Coro Filarmonico Rossini di Pesaro. Lo speciale è stato dedicato ai grandi compositori Čajkovskij e Mozart.
La musica è una fortuna e soprattutto,diceva ancora il grande maestro Claudio Abbado, la musica è la nostra vera terapia. La musica è bellezza.
La bellezza –lo aveva ricordato l’architetto Renzo Piano nel discorso dedicato al grande direttore d’orchestra al Senato, dopo la sua scomparsa – è un giardino straordinario, ma va frequentato da piccoli.
Bisogna insegnarglielo subito, finché sono piccoli, perché poi, quando si diventa grandi, insensibili alla bellezza, sembra qualcosa di estraneo, che non ci appartiene più, non ci interessa. Invece è proprio ciò che accende i desideri, che ci dà l’energia.
Ma la musica, aggiunse Ezio Bosso, non è un corroborante di emozioni.
Chi scrive musica lo fa per trovare un legame con qualcosa che è meravigliosamente inspiegabile.
Infatti, non esiste religione al mondo che non abbia la musica al suo fianco. La musica cura i solchi della nostra anima perché ci dà un punto di accesso immediato alla nostra essenza. Ci riconosciamo parte di quel disegno non controllabile, di quel mistero di cui già partecipiamo.
Claudio Abbado non è stato solo uno dei più grandi direttori d’orchestra di tutti i tempi, ma anche un precursore della musicoterapia in Italia, convinto com’era che la musica fatta insieme abbia un potente effetto terapeutico e di socializzazione.
Per sua iniziativa, lo ricordiamo, nel 2011, è nato il Coro Papageno, con l’obiettivo di portare la musica e il canto dove il disagio interiore è più elevato, in carcere.
Quando è venuto a mancare, nel 2014, i suoi figli hanno ereditato questo progetto e, per sostenere e continuare le sue iniziative musicali avviate in ambito sociale ed educativo, hanno fondato a Bologna l’Associazione Mozart14, presieduta dallafiglia del Maestro, Alessandra Abbado.
Finora Mozart14 ha continuato la sua opera con un testimonial d’eccezione: proprio Ezio Bosso, nominato da maggio 2017 testimone e ambasciatore internazionale del messaggio “la musica ti cambia la vita”, che ispira ed è il filo conduttore di tutte le attività dell’Associazione.
Claudio Abbado, dichiarò nel 2016 Ezio Bosso, resterà sempre con noi e continua a vivere nei progetti di Mozart14, l’associazione guidata dalla figlia Alessandra, che crea musica con i detenuti, per i bambini e per la cura. Ogni volta ho i brividi.
E continua ad essere la mia guida, il mio faro.
Il mio incontro con Ezio, aveva dichiarato dal canto suo Alessandra Abbado, è stato un “riconoscersi”, un condividere un’idea comune: la musica ti cambia la vita. Chi meglio di lui può dirlo? Ma la musica non ti cambia solo la vita, te la migliora giorno per giorno, passo dopo passo. Ti mette in contatto con chi ti circonda, ti insegna l’ascolto dell’altro, il rispetto, la condivisione. Tutto questo vive nell’idea di musica di Ezio Bosso e nel principio ispiratore di Mozart14, secondo cui l’orchestra è la perfetta metafora della società ideale. Non potevamo non incontrarci camminando sulla stessa strada, non possiamo non condividerla insieme.
Il 20 gennaio 2019 cinquanta musicisti dalle migliori orchestre di tutto il mondo risposero alla chiamata di Ezio Bosso e Alessandra Abbado per unirsi a giovani talenti della European Union Youth Orchestra e agli amici della Europa Philharmonic Orchestra fondata dal Maestro Bosso, in una grande orchestra senza nome per ricordare in musica e amicizia i cinque anni dalla scomparsa del grande Maestro milanese nell’auditorium Manzoni di Bologna, sua ultima sede.
Un evento unico e irripetibile che sancì per sempre una grande amicizia e del quale difficilmente ci si potrà dimenticare.
Riferimenti bibliografici: