El Sistema: un esempio di rinascimento culturale.
Di Adriana Sabato
La musicoterapia è una disciplina che utilizza la musica per facilitare e favorire la comunicazione, la relazione, l’apprendimento, la motricità, l’espressione, l’organizzazione e altri rilevanti obiettivi terapeutici al fine di soddisfare le necessità fisiche, emozionali, mentali, sociali e cognitive.
Si tratta di un approccio interdisciplinare, che utilizza tutti i canali espressivi verbali e non verbali, ed ha come obiettivo quello di stimolare e valorizzare ogni forma espressivo-comunicativa grazie ad elementi imprescindibili quali: suono, movimento, ritmo, canto, manipolazione, segno grafico, colore, voce, emozione e gesto.
El Sistema è il metodo educativo di insegnamento musicale inventato nel 1975 dal musicista ed ex economista venezuelano José Antonio Abreu: attraverso l’apertura di una serie di scuole gratuite di musica per la gioventù e l’infanzia avvicinerà i ceti più poveri alla musica, riuscendo a togliere dalla strada una moltitudine di giovani, offrendo loro un futuro alternativo, un modello sociale diverso da quello esistente nei barrios o nelle favelas insieme ad una formazione musicale rigorosa.
In quarant’anni sono state oltre due milioni le persone coinvolte: il più grande progetto musicale di tutti i tempi, secondo Simon Rattle, storico direttore dei Berliner Philarmoniker.
El Sistema ha colonizzato tutto il mondo coinvolgendo oltre sessanta paesi – dagli Stati Uniti all’America Latina, passando per la Nuova Zelanda e l’Europa. Il tutto nel segno della musica come forma di integrazione e di riscatto sociale. Sì perché El Sistema, abbreviazione di El Sistema Nacional de Orquestras y Coros Juveniles e Infantiles de Venezuela, è un vero e proprio sistema pedagogico integrato e rivoluzionario messo a punto dall’ex direttore d’orchestra e ministro della cultura Abreu che permette di insegnare musica gratuitamente ai giovani di ogni ceto sociale e in particolare alle categorie disagiate.
Un sistema così efficace da aver formato intere generazioni di musicisti provenienti dai margini che hanno storie così incredibili da raccontare, da sembrare favole. Come quella della Orquesta Sinfonica Simon Bolìvar, un ensemble partito dal Venezuela che negli anni è riuscito a conquistare i teatri di mezzo mondo e l’approvazione dei grandi della musica.
Si tratta di un vero e proprio sistema integrato di formazione musicale che emancipa i giovani dalla strada, dalla criminalità, dalla droga, offrendo loro un’occasione di riscatto esistenziale, la possibilità gratuita di formarsi attraverso la cultura, in un Paese in cui il 75% degli abitanti vive sotto la soglia della povertà.
Si può parlare, dunque, di un vero investimento, basato sul valore sociale della musica come strumento della formazione dell’individuo e fondamento della cultura.
IL PROGETTO ITALIANO.
Anche in Italia il Sistema si propone di agire richiamando l’attenzione sul valore educativo e sociale della musica, favorendo l’accesso alle strutture ai bambini e ai giovani tra i quattro e i sedici anni d’età appartenenti per lo più alle fasce sociali meno abbienti, a quelle più vulnerabili dei diversamente abili, a coloro che risiedono nelle zone più degradate dell’ambiente urbano. Nonostante una tradizione musicale eccelsa, l’Italia non riconosce espressamente la musica come elemento essenziale della formazione di bambini e ragazzi e risulta tra i Paesi europei più arretrati sotto il profilo dell’educazione musicale.
Per questo nel nostro Paese la musica è sempre più marginale tra le materie di insegnamento, fino a non accompagnare più il processo di crescita dei giovani, mentre l’accesso alla formazione musicale professionale è riservato ad un numero ristretto di ragazzi attraverso i Conservatori.
Gli investimenti pubblici in questo settore, soprattutto per gli aspetti educativi, sono praticamente inesistenti. Intanto, il disagio giovanile è un fenomeno in preoccupante crescita, soprattutto nei grandi centri urbani ed è stato ormai ampiamente verificato come un coinvolgimento in una fondamentale esperienza creativa e culturale possa costituire un momento di rivalsa e di crescita sociale.
Per tutte queste ragioni, proprio dallo stimolo proveniente dall’emblematica esperienza del modello venezuelano è nata l’idea di avviare anche in Italia un progetto educativo rivolto ai giovanissimi che vivono situazioni di disagio familiare, sociale, economico.
È nato così il 16 dicembre 2010 il Sistema delle Orchestre e dei Cori Giovanili e Infantili in Italia attraverso la costituzione di un Comitato Onlus guidato da Federculture e dalla Scuola di Musica di Fiesole.
Da quando si è formato Sistema italiano ha accompagnato lo sviluppo di numerose attività didattiche in tutta Italia. Ad oggi fanno ufficialmente parte del Sistema 54 Nuclei, centri di formazione che coinvolgono circa 7.000 bambini e ragazzi fra i 4 e i 18 anni in 13 regioni: Abruzzo, Basilicata, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sicilia, Veneto.
Oggi più che mai la cultura, e dunque la musica, deve essere componente essenziale dello sviluppo sostenibile e filo conduttore per il rilancio economico in tutti i settori. La dimensione culturale è determinante per la qualità della vita ed è anche indissociabile dall’economia quotidiana.
Nonostante la sua crescente importanza, l’aspetto culturale non è stato sufficientemente considerato come un vero ecosistema e rimane ancora percepito come una dimensione collaterale.
Sarebbe ora di cambiare.
Riferimenti bibliografici: