Di Andrea Bricchi
In Sarrasine, piccolo capolavoro di Balzac del 1830, il protagonista è uno scultore che, arrivato a Roma, si innamora di un cantante d’opera, credendolo donna, e vittima di un raggiro/complotto ordito dalla compagnia di cantanti italiani che, per divertirsi, organizzano il suo incontro con Zambinella, in realtà un «evirato cantore». Ridono alle sue spalle quando è in compagnia di lei. Quest’ultima è tra i congiurati, mantiene il segreto per compiacere i suoi amici e colleghi, per farli ridere.
Innamorandosi, Sarrasine si inganna, e questa sarà la sua tragedia. Ma l’inganno, senza l’azione dei goliardi non avrebbe trovato forse sbocco. È vittima della «danza dei vivi». Il dualismo che permea tutta la novella è anche la doppiezza dei cantanti italiani. Qui la macchinazione è il motore vero del dramma (che è un dramma raccontato).
Ma altri due intrighi lo rendono interessante oggetto d’analisi. Uno è sicuramente la trama del gentiluomo narrante, protagonista del racconto cornice, che crede di conquistare la giovane con un bel racconto d’amore e di sangue. Un altro complotto è quello consistente nel rapire Zambinella, ordito da Sarrasine. L’uccisione di quest’ultimo da parte degli emissari del Cardinale Cicognara sembra l’epilogo di una tragedia classica, o l’esito di una congiura; ma è errato farla rientrare nel novero degli intrighi, poiché il loro intervento sembra dettato dalla situazione di pericolo, non sembra sia del tutto premeditato.
Un aspetto suggestivo della novella è legato al suo aspetto bipartito (ancora dualità): la prima parte consiste nella scena del ballo; la seconda è dominata dal racconto nel racconto. Ancora al dualismo si legano gli opposti di Amore e Morte messi liminarmente in luce da Balzac stesso. Entrambi i suddetti racconti ne sono contrassegnati, letteralmente o in senso figurato, nelle rispettive storie. La disfatta del desiderio (insoddisfazione, disforia) nel racconto nel racconto (quel che si usa chiamare “racconto intradiegetico”) è un riflesso di quella nel racconto-cornice. Si tratta non tanto di scatole cinesi, quanto di un gioco di specchi, o meglio ancora di una mise en abyme: un tipo di storia nella storia in cui la storia raccontata rivela aspetti della storia-cornice.
Naturalmente tutte le doppiezze del racconto vanno lette in rapporto con il tema dell’ermafroditismo, con il carattere castrato del personaggio di Zambinella su cui il racconto, famoso anche per essere stato quello su cui si è esercitato Roland Barthes, è imperniato.
Grandi Libri Garzanti
Letteratura
Garzanti
2010
37 p., brossura